Thair Abud è un ingegnere edile, per diversi anni è stato il general manager di una importante compagnia con sede a Dubai; di cittadinanza austriaca è figlio di padre iracheno, mentre la madre è tedesca. Thair nel 2014 ha preso una decisione radicale, ha smesso di lavorare ed ha iniziato a camminare. Quasi tre anni fa ha iniziato questo viaggio, un itinerario partito da Capo Nord e che ha come meta Città del Capo. Fino ad oggi ha percorso più di 18mila chilometri, partendo dalla Norvegia ed attraversando Danimarca, Belgio, Francia, Spagna e tanti altri paesi. Al momento dello scoppio del Covid era già in Africa, in Marocco per la precisione. Poi il Marocco decise di chiudere i confini, al che Tahir è stato obbligato a cambiare itinerario. Ha chiesto, ed ottenuto di poter tornare a casa sua, in Austria, e da lì ha ricominciato il suo viaggio attraversando la Slovenia. Adesso è in Italia, ed è arrivato anche a Siena.
Dietro questa scelta, che potrebbe sembrare la sceneggiatura di un film, c’è una motivazione molto seria. Nel 2013 la sorella si è ammalata di cancro al seno, e Thair ha deciso di intraprendere un viaggio per Santiago de Compostela. Oggi la sorella è guarita, vive in Germania e segue le avventure del fratello tramite canali social. Thair però continua nel suo eterno camminare, raccogliendo donazioni a scopo benefico in giro per il mondo. Thair, in cambio di una donazione, può inviarvi una cartolina dal mondo oppure è possibile acquistare il calendario con gli scatti più belli dell’anno. Tutte le donazioni sono destinate all’associazione Doctor Clown Tanzania, un’organizzazione che si occupa di regalare un sorriso a tanti bambini ammalati che si trovano nei reparti di oncologia.
Thair è giunto a Siena nella giornata di sabato, ed è rimasto nella città del Palio qualche giorno, prima di ripartire alla volta di San Galgano. L’uomo si è innamorato subito di questa città, tanto che è lui stesso a dire: “Firenze è una bella città, ma visitare Siena è un’esperienza unica. Siena, con le sue vie e la sua storia è come l’abbraccio di una madre”.
Un legame, quello con l’Italia, strettissimo: Thair ci racconta di quando due ragazzi valdostani, gli hanno salvato la vita. “Ero partito da appena due giorni -spiega- ed ero nei pressi di Capo Nord. Camminavo a bordo strada, quando mi sono sentito afferrare per una spalla. Erano Otto e Giorgio, che mi hanno salvato la vita: stavo morendo assiderato senza neanche accorgermene”.
Ora il viaggio di Thair prosegue verso il sud della penisola, dopo aver viaggiato fino in Sicilia tornerà indietro fino a Brindisi da dove prenderà un traghetto alla volta dell’Albania. Da lì il suo viaggio lo dovrebbe condurre fino in Sud Africa, dove conta di arrivare “intorno al 2024 o 2025”. Un destino, il suo, che ricorda quello di un moderno Odisseo: un uomo col solo desiderio di esplorare il mondo, andando sempre verso un nuovo porto sconosciuto prima.
Emanuele Giorgi