Un aumento nel 2022 di 6 punti percentuali dei prezzi, che diventa di 7,6 punti per quanto riguarda i prodotti alimentari. L’inflazione galoppa anche in provincia di Siena.
Questo lo si evince stando a quanto riporta Coldiretti Toscana sulla base dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) dell’Istat. Il valore senese è di poco inferiore a quello toscano che è pari a 6,7 punti percentuali. La fiammata inflazionistica più alta su pasta, latte, burro e sui prodotti alimentari in generale si registra ad Arezzo (+10,9%), subito dopo ci sono Grosseto (+10,7%) e Firenze (9,9%). Nel carrello dei toscani la stangata peserà per 320 euro in più a famiglia.
A spingere l’inflazione non c’è solo la guerra in Ucraina, ma anche la riduzione dei raccolti causata dalla siccità. “In cima alla classifica dei rincari a giugno, confrontati con i prezzi di giugno dello scorso anno, ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole (+69%) – sottolinea Coldiretti Toscana – che risente del conflitto in Ucraina che è uno dei principali produttori e ha dovuto interrompere le spedizioni causa della guerra, il burro (+28%) e la pasta (23%) seguita dalla farina (+21%) proprio nel momento in cui nelle campagne si registrano speculazioni sul prezzo del grano con forti e ingiustificati cali dei compensi riconosciuti agli agricoltori. Rincari a doppie cifre anche per pomodori (+19%) e pesche (+19%) con la siccità che sta colpendo duramente le coltivazioni con cali stimati in Toscana tra il 20% ed il 50% tra minori rese e prodotti danneggiati. A seguire la margarina (+17%), le pere (+17%) e la carne di pollo (+15,1%)”.
“Occorre lavorare da subito agli accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni. Nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi rapidi per salvare aziende, stalle e famiglie”, è la richiesta di Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana