Dopo un anno eccezionale (il 2022) sul fronte della ripresa dei mercati e dei consumi di vino, distillati e liquori, post pandemia, il mercato del vino e dei distillati (inclusi liquori) nel 2023 registra una certa contrazione.
In particolare, dall’estate si è assistito ad un generale rallentamento per quanto riguarda le esportazioni dei vini, gli acquisti nella grande distribuzione (GDO) – dove a reggere sono solo alcune categorie- e i consumi fuori casa. È l’analisi che emerge dai dati dell’Osservatorio Federvini, a cura di Nomisma e TradeLab. La lieve ripresa del prodotto interno lordo nazionale (+0,7% nel 2023 con previsione di +0,8% per l’anno prossimo) viene di fatto neutralizzata dal trend inflattivo (+1,8% sul 2022).
“Dopo un 2022 caratterizzato da una forte ripresa post pandemia, l’andamento di quest’anno era in larga parte previsto, anche alla luce di un quadro caratterizzato da tensioni geopolitiche e dal rallentamento più marcato nell’Eurozona – dichiara Micaela Pallini, Presidente Federvini -. I dati del nostro Osservatorio evidenziano nel complesso la capacità di resilienza del settore dei vini, degli spiriti e degli aceti italiani che si conferma un pilastro fondamentale dell’agroalimentare nazionale. Oggi più che mai e il momento di fare sistema di fronte alle sfide internazionali”.
Per quanto riguarda l’export, l’Italia (in un quadro generalizzato, che inficia anche altri paesi competitor, quali USA, Australia e Cile) registra nei primi otto mesi del 2023 una flessione pari allo 0,7% a valore, anche se tiene dal punto di vista dei volumi (+0,8%). Una curiosità balza all’occhio: le esportazioni in quantità di vini italiani in Francia balzano al +15,5% per i vini fermi e salgono addirittura al 24,8% per gli spumanti. Ma pesanti sono le contrazioni negli altri mercati di riferimento quali gli Stati Uniti (-11,5%), il Regno Unito (-1,9%) e il Giappone (-16,3%). I distillati crescono a valore del 5% ma perdono in volume – 2,4%.
Nella GDO resiste abbastanza la vendita del vino con un lieve +3,3% rispetto al 2022, ma sono soprattutto i vini spumanti (+6,2% a valore) e i vini a marchio IGP (+3,5% a valore), DOP (+2,7% a valore) a tenere. Nell’ambito liquori in testa è il limoncello, seguito dalla sambuca e dai liquori cremosi, mentre si assiste a un vero e proprio boom per gli alcolici premiscelati (+25% a valori e +23,8% a volumi). Crollano invece i consumi fuori casa (cene, aperitivi e dopo cena) proprio nel trimestre estivo (-6% a visite e -4% a valore), complice forse l’inflazione, le condizioni meteo altalenanti e le vacanze di molti italiani all’estero.
Stefania Tacconi
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