L’intelligenza artificiale rivoluziona l’esperienza del vino: nasce il sommelier virtuale

Il mondo dell’enogastronomia si evolve rapidamente, e l’innovazione tecnologica sta giocando un ruolo sempre più cruciale. Di questi temi se ne è parlato ampiamente durante la BTO (Buy Tourism Online), la fiera dedicata alle innovazioni e al digitale nel turismo, tenutasi il 27 e 28 novembre alla Stazione Leopolda a Firenze.

Ed è proprio in questa sede che è stato presentato un nuovo prodotto, frutto di questa evoluzione. Parliamo del Sommelier Virtuale, un’intelligenza artificiale IA presentata da Par-Tec.

Si tratta di un programma dotato di chat bot (ossia una finestra di conversazione con l’utente), che dialoga con i clienti, fornendo consigli personalizzati sugli abbinamenti cibo-vino. Il programma attinge ad un vasto database di informazioni sulle caratteristiche dei vini e dei piatti, forniti dal ristorante. Grazie a questi dati, il Sommelier Virtuale può suggerire l’etichetta perfetta per ogni occasione. Il vantaggio è quello di alleggerire il carico di lavoro del personale di sala e garantire un servizio più efficiente e accurato, ma forse anche quello di suscitare la curiosità degli utenti.

Attivarlo è molto semplice: basta inquadrare il QR code presente sull’etichetta della bottiglia e si viene immediatamente connessi alla IA. Così il cliente può chiedere il consiglio più appropriato per scegliere il piatto che meglio si sposa con la bottiglia selezionata, anche in base alle sue preferenze e ai suoi gusti. Una innovazione che permette di personalizzare l’esperienza del cliente, offrendo consigli su misura in base alle proprie esigenze.

Il Sommelier Virtuale può contribuire ad aumentare le vendite e a fidelizzare la clientela, guidando i consumatori verso scelte più consapevoli. Oltre al settore della ristorazione può rappresentare un valido supporto per le vendite nelle aziende vinicole, per i distributori e per la grande distribuzione. Un passo in avanti per la personalizzazione delle esperienze enogastronomiche. Sempre che questa tecnologia sia usata a supporto e non in sostituzione del personale di sala.

Stefania Tacconi