Sulla scia dei grandi successi internazionali, che l’Italia raccoglie nel panorama sportivo e musicale, arriva un altro prestigioso riconoscimento.
Dopo ben 40 anni dall’ultima presidenza italiana condotta da Mario Fregoni, sarà di nuovo un italiano il presidente dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (la più importante istituzione nel panorama vinicolo mondiale, definita come organismo intergovernativo di tipo scientifico e tecnico, di competenza riconosciuta nell’ambito della vigna, del vino, delle bevande a base di vino, delle uve da tavola, delle uve passa e degli altri prodotti della vigna).
Il 12 luglio scorso la 19ª assemblea generale dell’OIV ha eletto come nuovo presidente dell’organizzazione Luigi Moio, professore di Enologia presso l’Università di Napoli e direttore dell’Istituto di Scienza della Vigna e del Vino. Moio per oltre 25 anni si è occupato degli aspetti sensoriali, biochimici e tecnologici dell’aroma del vino. È autore di circa 250 pubblicazioni scientifiche, dal 1998 collabora con il ministero delle Politiche agricole italiano in qualità di esperto scientifico. Dal 2009 al 2014 è stato presidente del Gruppo di esperti “Tecnologia” dell’OIV e dal 2015 al 2018 della Commissione “Enologia” dell’Organizzazione.
È già stato secondo vicepresidente dell’OIV. È membro dell’Accademia dei Georgofili e dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino. Autore di libri e articoli sugli aspetti scientifici dell’enologia, viene spesso intervistato dalle emittenti nazionali italiane sulle tematiche relative al settore vitivinicolo. Nel 2016 ha pubblicato per Mondadori il libro Il Respiro del Vino, un saggio scientifico sul profumo del vino che ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Moio ha espresso nella sua intervista a Wine News grandissima soddisfazione per questa elezione che è avvenuta alla quasi unanimità, frutto di 25 anni di lavoro all’interno dell’organizzazione, e che rappresenta anche un grande riconoscimento per l’Italia. “Per me l’Oiv è l’organizzazione di riferimento scientifico – ha commentato il neoeletto presidente- riconosciuto a livello mondiale.
I problemi da risolvere nell’immediato futuro sono estremamente complessi, e richiedono competenze multidisciplinari ed avanzate. E’ importante il cambiamento climatico nella viticultura e questa crescita di sensibilità da parte dell’opinione pubblica rispetto ai problemi ecologici, che richiede una revisione delle strategie in agricoltura, nella viticultura e in cantina. Si parla infatti di enologia leggera con minimi interventi”. “Poi c’è il grande impegno sulle normative, per favorire al massimo gli scambi nel commercio internazionale – ha proseguito- nel rispetto della cultura e della tradizione della storia di ciascun paese.”
Stefania Tacconi