I consumatori sono sempre più attenti e consapevoli a quello che entra nel carrello: in Italia sono circa 30 milioni (2 milioni solo in Toscana) quelli che acquistano i prodotti a Km0 direttamente dagli agricoltori.
Una tendenza che va sempre più crescendo, e che nel tempo si è affermata come simbolo di qualità eccellenza e sostenibilità. Basti pensare che gli acquisti diretti dall’agricoltore riducono del 60% gli sprechi rispetto ai sistemi alimentari tradizionali.
È il risultato dell’analisi condotta da Coldiretti e Campagna Amica su dati Noto Sondaggi diffusa in occasione della giornata mondiale della gastronomia sostenibile, promossa il 18 giugno dalle Nazioni Unite. L’Italia in questo ambito è la prima in Europa per l’organizzazione dei mercati agricoli con vendita diretta, circa ventimila punti tra fattorie, agriturismi, ristoranti e orti urbani. Ma il Belpaese è anche leader per l’agricoltura biologica, con 84 mila aziende agricole attive sul territorio nazionale, e una percentuale di appena lo 0,7% di prodotti agroalimentari nazionali con residui chimici irregolari, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Efsa.
Il modello Campagna Amica sta conquistando sempre più i paesi esteri, con la nascita della World Farmers Markets Coalition di cui fanno parte realtà di tutti i continenti come Usa, Australia, Giappone, Canada, Cile, Ghana, Inghilterra, Danimarca e Norvegia e ad oggi raccoglie 250 mila agricoltori e loro famiglie. La crescente domanda di prodotti biologici a Km0 non solo sostiene l’economia locale, riduce sprechi ed emissioni di CO2, ma riflette anche una maggiore consapevolezza dei consumatori, sempre più orientati verso scelte salutari.
È in questa prospettiva che si va sempre più affermando la figura del “cuoco contadino”, l’agricoltore che diventa promotore del cibo del territorio, cucinando e proponendo i propri negli agriturismi. Ad oggi la Fondazione Campagna Amica ne conta oltre mille (90 in Toscana), ma il numero in è costante aumento. Lanciando un appello all’Europa, ha commentato Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana: “La sostenibilità, – ovvero il rispetto delle regole in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di diritto dei lavoratori, deve diventare un patrimonio comune, facendo in modo che ogni prodotto che entra in Italia rispetti le stesse regole che valgono per le nostre aziende”.
Stefania Tacconi
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