“Non ho mai avuto la fortuna di conoscere Andrea. Non ho avuto la fortuna di incontrarlo, eppure è sempre stato un mio pallino. Andrea, con il suo modo di montare, la sua personalità e il suo carisma, ha segnato in maniera fondamentale e significativa il primo ventennio del terzo millennio”. Parola di Luca Trippi, autore di Lo chiamavan Brio, volume edito da Extempora e vero e proprio ritratto di Andrea Mari. Il libro è stato presentato oggi pomeriggio.
“Ogni volta che le persone si sono aperte con me è stato significativo già di per sé”, racconta Trippi che per l’opera ha raccolto numerose testimonianze. “Ho cercato di cogliere tutto: parole, sguardi, persino i toni un po’ sognanti. L’episodio che mi ha colpito di più, e mi fa piacere che il protagonista sia qui stasera alla presentazione, è quello raccontato dal dottor Edoardo Crainz. Si riferiva alla vigilia di Capodanno, quando uscirono a montare a pelo nei campi senesi al buio. Una scena che sembra da film, di un’intensità incredibile”.
Cosa rimane di Mari all’autore? “Il suo sguardo magnetico, capace di “bucare” lo schermo. Il fatto di non averlo mai conosciuto di persona dimostra quanto forte fosse la mia passione per lui: un amore autentico, nonostante non abbia mai avuto la possibilità di stringergli la mano”.