Siena

Chiese aperte per Pasqua, l’Arcivescovo Lojudice contro Salvini: ” I suoi sono ragionamenti senza senso”

Sono ragionamenti del tutto “insensati” fatti davanti alla gente che continua a morire per il coronavirus. Questo ha detto l’arcivescovo di Siena, monsignor Augusto Paolo Lojudice in un’ intervista all’Adnkronos al leader della Lega Matteo Salvini che aveva chiesto, a Sjy Tg 24, di riaprire le chiese a Pasqua.”Non si capisce che cosa ci sia dietro questi ragionamenti – afferma Lojudice -. Colgono quasi questa cosa come un attentato alla fede. Sono spinti da un motivo politico? Questa critica efferata a prescindere alla Chiesa è insensata come le critiche mosse al Papa, e quelle se esce perché esce. Certo, è difficile dialogare con queste persone guidate da una insensatezza di ragionamento”.

All’arcivescovo è stato poi chiesto se non è un istigare al mancato rispetto della legge chiedere di riaprire le chiese a Pasqua? “Certo, – ha sottolineato -. Partiamo tutti dal presupposto che quello che ci dice lo Stato è vero, la gente è morta e muore sul serio, non è una fake news”.L’arcivescovo di Siena però ha detto la sua anche sul Governo e su come questo si è approcciato al tema religioso nei Dpcm: “Certo, il primo decreto secondo me ha liquidato con una parola ‘cerimonia’ il mondo e la vita di fede di milioni di persone ed è stato riduttivo. Capisco che il governo sia rimasto spiazzato e poi è sempre facile criticare dall’esterno ma c’è stata poca interlocuzione come nell’ultima lettera del ministero dell’Interno per dire che si va in chiesa per pregare solo se si esce per fare la spesa o per motivi seri. Serviva più attenzione formale”.

L’invito che fa Sua Eccelenza Paolo Lojudice a Salvini e ai “sedicenti portatori di critiche” è a lavorare per il bene comune ancora di più oggi nell’emergenza coronavirus: “In momenti del genere si pensasse al lavoro comune, bisogna uscire dal clima distruttivo o non ci saranno grosse prospettive. Bisogna consolidarci”, bisogna poi andare oltre a discorsi “anacronistici” di quanti, nell’emergenza coronavirus, evocano santi e Madonne ai tempi della peste : “L’essenza della fede ha una sua serietà di fondo e come tale va vissuta. E c’è da sottolineare maggiormente l’appello che Gesù fa nel Discorso alla montagna a pregare chiudendosi nella propria camera- conclude-. E un appello evangelico. Siamo stati chiusi per un motivo preciso, per la tutela della vita . E poi noi persone di fede abbiamo la fortuna che il rapporto con Dio lo possiamo coltivare ovunque, anche chiusi in una cella. La fede si porta avanti lo stesso, a differenza dell’economia, la fede si coltiva ovunque, purifica, va al dunque, smonta da tante sovrastrutture”.

marco crimi

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marco crimi

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