Il volto di Giovanni Falcone campeggia sull’etichetta, come a dire che la lotta alla criminalità organizzata nasce anche da piccoli gesti simbolici: è così che si presenta l’olio extravergine ‘Sentinelle della legalità ’, il primo prodotto degli olivi nelle campagne intorno a Suvignano, tra i comuni di Murlo e Monteroni, dove si trova la tenuta che fu sequestrata a Vincenzo Piazza, imprenditore legato a Cosa Nostra. Alcune bottiglie sono state svelate oggi nel grande podere.
Ne saranno fatte 140 e conterranno una raccolta di 280 litri, che è prossima ad iniziare e che vedrà la partecipazione degli studenti delle scuole del territorio, come la sezione di Montalcino dell’Istituto Agrario di Siena. Ma saranno parte attiva anche sette detenuti che partecipano ai progetti della cooperativa Paim di Cascina e la cooperativa Di Vittorio di Monteroni d’Arbia. Ad organizzare l’iniziativa l’associazione Le sentinelle di nonno Ninno.
“Non vogliamo che Suvignano sia una semplice vetrina, – dice Domenico Bilotta, vicepresidente dell’associazione – che non produce quello che in realtà potrebbe produrre. Questo della raccolta delle uve, anche se i litri saranno pochi, vuole essere un segnale di rinascita di questa struttura. Vogliamo realizzare formaggi, e non il solo latte. E poi fare gli insaccati dai maiali di cinta senese e lavorare con le tante attività di questo territorio. Intendiamo rendere Suvignano un luogo che ospiti un laboratorio di studio su piante e istituzioni. Vogliamo collaborare con le istituzioni, come la Regione Toscana”.
Appelli questi che Bilotta ha rivolto direttamente alle figure presenti stamani, come il sindaco di Monteroni d’Arbia Gabriele Berni e Bernard Dika, portavoce del presidente di Regione Toscana Eugenio Giani. Appelli condivisi anche da Angelo Corbo, che fu membro della scorta di Giovanni Falcone ed ora è presidente dell’associazione Le sentinelle di nonno Ninno.
“Per molti anni Suvignano non ha avuto un trattamento consono al suo valore – sono le sue parole -. Quindi stiamo cercando di dare vita a qualcosa per far sì che i cittadini possano definitivamente riprendersi un bene che la mafia ci voleva togliere. Non ha senso far diventare un rudere questa struttura. Da qui il nostro sogno, che poi è stato realizzato, di produrre un olio che porti l’effigie di Falcone, visto che fu proprio lui a sequestrare questo posto”. Le bottiglie saranno vendute sul sito dell’associazione