In diciassette pagine la Corte Suprema di Cassazione a sezioni unite in una sentenza scritta in punto di diritto rimette ordine (scusate il bisticcio di parole) nell’ordine degli avvocati di Siena che dopo l’accorpamento con Montepulciano aveva avuto diversi scossoni. Fin dall’inizio “la forzata convivenza” arrivata con la così detta rivoluzione dei tribunali aveva mostrato una conflittualità.
Opinioni diverse che in un primo momento erano state portate all’attenzione del Consiglio nazionale forense e alla fine sono arrivate alle Sezioni unite che dopo una lunga attesa hanno chiarito i termini della complessa vicenda inerente l’operato della commissione elettorale e le successive elezioni che hanno dato vita all’attuale consiglio dell’ordine degli avvocati di Siena. La Suprema Corte ha stabilito la legittimità di quanto fatto. Ma andiamo per ordine e cerchiamo di chiarire stando a quanto si legge nella sentenza, depositata ieri e subito notificata agli interessati, i contorni di questa delicata controversia.
Da una parte c’è l’avvocato Massimiliano Barbanera ex presidente dell’ordine degli avvocati di Montepulciano e dall’altra il consiglio dell’ordine di Siena. Il primo lamenta l’errato svolgimento della commissione elettorale e l’irregolarità delle votazioni. In pratica il professionista aveva proposto due distinti reclami al Consiglio nazionale forense contro le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’ordine per il quadriennio 2019/2022 e aveva impugnato la delibera del 27 giugno 2019 in cui era stata costituita la commissione elettorale e il verbale di quest’ultima in cui non era stata ammessa la sua candidatura. Il Consiglio nazionale forense gli aveva dato ragione e a fronte di questo si prospettava una nuova tornata elettorale e la dimissioni di tutti gli eletti.
Questi ultimi avevano deciso di fare ricorso alla Suprema Corte. Si sono costituiti la presidente pro tempore e alcuni degli eletti. La prima difesa dall’avvocato Fabio Pisillo e il legale insieme al collega Domenico Iaria ha rappresentato anche gli altri ricorrenti. L’avvocato Barbanera, invece, si è rappresentato da solo. Quest’ultimo in una memoria aveva spiegato le sue ragioni già portate all’attenzione del Consiglio nazionale forense che il 24 febbraio 2020 gli aveva dato ragione motivando tale decisione “che la fusione tra due ordini diversi provoca la nascita di un diverso bacino elettorale”. Quindi il legale doveva partecipare alla competizione elettorale sperando nella nomina a presidente dell’Ordine degli avvocati di Siena. A fronte di tale decisione era partito il ricorso per Cassazione. Eravamo in piena pandemia e non fu davvero facile depositarlo.
L’avvocato Pisillo nella sue memorie divise in quattro parti aveva portato puntualmente all’attenzione delle Sezione unite l’intera vicenda contestandola punto per punto basandosi su leggi, decreti legislativi, ordinamenti e il codice civile nei quali viene stabilito che gli eletti di un ordine professionale non possono superare i due mandati consecutivi (per gli avvocati sono 8 anni).
La Suprema Corte ha respinto i primi tre motivi dei ricorrenti (al primo avevano rinunciato loro stessi) e ha stabilito la corretta condotta delle commissione elettorale e che le successive elezioni erano valide. Tant’è che ha accolto il quarto motivo, ha cassato la sentenza impugnata e rinviato al Consiglio nazionale forense in diversa composizione “ a cui demanda di provvedere anche alle spese di giudizio di legittimità”. Il presidente pro tempore dell’Ordine degli avvocati di Siena una volta ricevuta la sentenza l’ha girata a tutti gli iscritti senza alcun commento. Un comportamento signorile e di grande civiltà.
Cecilia Marzotti