Dopo Francesco Pannofino, Elio e il regista di Mare Fuori, Carmine Elia, è stata la volta di Lorenzo Baglioni. Martedì 23 maggio, infatti, un altro grande artista è stato ospite della Casa Circondariale di Santo Spirito di Siena. Nonostante fosse la sua prima esperienza all’interno di un carcere, Lorenzo non ha impiegato molto ad ambientarsi ed entrare in sintonia con questo pubblico particolare. Si è presentato ai pochi che non lo conoscevano e in un dialogo mai banale, ha risposto alle domande dei detenuti presenti, raccontando dei suoi trascorsi come professore di matematica al suo esordio con la musica vincendo il provino per il musical The Commitments per poi arrivare al successo (quasi imprevisto) del Sanremo 2018, quando la sua casa discografica propose di portare alla kermesse musicale più importante di Italia: Il congiuntivo, una delle canzoni didattiche su cui stava lavorando in quel periodo.
Con i detenuti venuti ad ascoltarlo ha condiviso la paura e l’emozione di salire su un palco importante così, il batticuore infinito degli attimi prima di essere presentato. Ha parlato delle amicizie nate in quell’edizione del Festival, con Gianni Morandi e Annalisa, e dei riferimenti musicali e dei miti della sua adolescenza con cui sognerebbe di collaborare, come Francesco De Gregori. Lorenzo, oltre ad essere un artista brillante, è anche un ragazzo di grande sensibilità sociale. Ha dimostrato negli anni un forte impegno nel promuovere l’inclusione e la solidarietà (basti pensare alla canzone contro le barriere architettoniche “Canto anche io” scritta in collaborazione con Iacopo Melio o alla canzone “Una coca-cola con la cannuccia corta corta” sul razzismo) . Con la sua musica, Baglioni è riuscito a toccare il cuore di molte persone, e l’incontro con i detenuti del carcere Santo Spirito non è stato diverso. Spesso, queste persone vivono ai margini della società e hanno poche opportunità di interazione con il mondo esterno. L’incontro con il cantautore fiorentino ha portato un sorriso nelle loro vite oltre che un momento di piacevole evasione.
Ma l’incontro non è stato un monologo di Lorenzo, i detenuti hanno risposto con piacere e attivamente a questo momento di scambio. Salvatore, il detenuto poeta, ha declamato a Lorenzo (che lo ha accompagnato con la chitarra) tre poesie, due in napoletano e una- la più recente- in italiano. Davanti alla musicalità e alla partecipazione di quelle parole, nemmeno il cantautore è rimasto indifferente e ha deciso, ormai con la chitarra in mano, di regalare agli ospiti di Santo Spirito un po’ della sua arte, della sua leggerezza e della sua sensibilità. E nessuna cosa, credo, unisca più della musica. Così, agli accordi e alla voce di Lorenzo, si sono unite e sovrapposte quelle di altre 10-15 persone, che hanno tenuto il tempo, cantato insieme a lui, visibilmente emozionate e divertite, L’inno del corpo sciolto di Benigni e Teresina di Marasco. Molti detenuti (per lo più stranieri) non conoscevano Baglioni e hanno chiesto quindi qualche pezzo del suo repertorio. Così ha riproposto il suo cavallo di battaglia di Sanremo e il toccante brano sulla dislessia, L’arome secco sé, in un silenzio quasi surreale che ha fatto venire, a molti di noi presenti, la pelle d’oca. Con la chitarra in mano e un pubblico con il quale ormai si trovava in uno stato di totale empatia, avrebbe potuto continuare ancora per ore. Peccato che, come sempre, i tempi di ogni incontro si devono piegare a quelli rigidi della casa circondariale e sulle note di Generale, cantata da tutti i presenti, si è concluso un altro bell’incontro nel teatro del piccolo carcere della città.
Un ringraziamento speciale a Lorenzo Baglioni che è venuto da Firenze appositamente per condividere una mattina con i nostri detenuti e magari, chissà, tornerà presto!
Claudio Marini