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Lo Sporting Locri continua a sognare

Locri è una cittadina in provincia di Reggio Calabria, legata nella sua storia a due centri della zona circostante: Locri Epizefiri, polis della Magna Grecia e Gerace.

E’ la città in cui nasce, nel 2005, il movimento giovanile antimafia più grande d’Italia “Ammazzateci tutti“, in seguito agli omicidi della ‘ndrangheta culminati con la morte del vice presidente del consiglio regionale Francesco Fortugno.

Dal 2011\2012, la città vanta anche il  glorioso traguardo dello Sporting Locri, squadra di calcio a 5 femminile approdata in serie A, grazie alla quale sono sorte tante piccole realtà che favoriscono il movimento calcistico in rosa.

Nelle scorse settimane, il presidente Ferdinando Armeni, aveva deciso di rinunciare al progetto dopo alcune intimidazioni di stampo mafioso e minacce anonime ricevute. La prefettura aveva disposto la tutela dei dirigenti e Armeni, per evitare di chiudere i battenti, aveva annunciato di voler cedere la società a costo zero a chiunque avesse voluto e potuto affrontare l’onere. Lo scorso 30 dicembre, il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, ha quindi deciso di prendersi carico direttamente della questione e per la festa dell’Epifania, tutti i cittadini sono scesi in piazza per ribadire con forza la vicinanza alla società dello Sporting: la squadra è tornata in campo lo scorso 10 gennaio contro la Lazio, perchè le giocatrici hanno voluto rimanere e continuare ad allenarsi con Willy Lapuente.

Il Centro Sportivo Italiano ha organizzato, infatti, la manifestazione “Epifania della legalità: #Iovadoagiocarealocri” e, con l’appoggio dell’amministrazione comunale, nella piazza centrale sono stati allestiti dei piccoli campi sportivi. Tanti giovani sono accorsi per dimostrare l’amore per lo sport, e i messaggi di solidarietà e vicinanza sono giunti da tutta Italia. E’ stato un forte “no” alla paura voluto dal Centro Sportivo Italiano, con a capo il suo presidente nazionale Massimo Achini, presente alla mattinata assieme ad oltre 500 bambini. All’iniziativa hanno partecipato il Vescovo di Locri mons. Francesco Oliva, il sindaco Giovanni Calabrese e gli atleti dello Sporting Locri. L’allenatore Willy Lapuente, ha affermato: “Sin dall’inizio eravamo intenzionati a proseguire. Meno male che gestisco un gruppo unito che ha dato forza a tutti spingendo le istituzioni a prendersi carico della società.

Proprio il sindaco, infatti, ha confermato con una lettera aperta le dimissioni dei vertici, prendendo temporaneamente in mano le redini della società. Scrive Giovanni Calabrese: “Mi rivolgo al mondo delle Istituzioni, per informarLe – per correttezza e trasparenza e per il ruolo di “temporaneo collante” che mi è stato richiesto di svolgere – di quali siano le condizioni in cui versa la squadra, che, come ho sempre tenuto a precisare, dovrebbe essere patrimonio della Città. […] In attesa dei risultati delle indagini, che auspichiamo possano giungere presto a conclusione dando un nome ed un volto a chi ha perpetrato questa insulsa iniziativa, ritengo necessario un impegno straordinario da parte di tutti, finalizzato a far continuare a mantenere in vita lo Sporting Locri che rappresenta una delle più belle (e pulite) realtà sorte nella nostra Città, capace di far evocare il nome di Locri per ragioni che (almeno ogni tanto) riempiono di orgoglio e non di dispiacere“.

Accanto allo Sporting Locri  tante le esperienze di “sport sociale” presenti il 6 gennaio scorso, tra cui quella di Reggio a Colori, formazione sperimentale di 20 ragazzi di 11 nazionalità differenti, arrivati da pochi mesi in Italia. Questa è la storia e la testimonianza di tante culture sportive che si fondono con una piazza ed con un territorio difficile, per provare che tutte le libertà e tutti gli sport non possono essere violentati da atti di criminalità organizzata.

Massimo Achini -presidente CSI- ha affermato: «Oggi lo sport ha vinto due volte. Vedere in piazza 500 giovani con le ragazze dello Sporting Locri è stato bellissimo. Ma per noi la partita è solo iniziata: vogliamo sostenere le società sportive della Locride nella quotidianità ricordando  che lo sport rappresenta la più grande occasione per educare i giovani alla vita. Per il CSI essere in frontiera è sempre stato normale e per noi essere qui oggi è stato davvero un onore».

La partita dello scorso 10 gennaio ha visto le laziali vittoriose per 3-2, ma a vincere realmente sono stati il coraggio e l’amore per lo sport.

 

(foto di Andrea Martini di Cigala)

Tilde Randazzo

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