“Moderna ha voluto dare quest’annuncio ma dobbiamo capire che c’è un intero mondo scientifico che sta lavorando allo studio dei farmaci immumoterapici che sono ora l’alternativa alla chemioterapia”.
Parole del professor Michele Maio, direttore del centro di Immunoncologia delle Scotte, e presidente di Fondazione Nibit, che ha commentato così la notizia che nel 2030 potrebbero arrivare i primi vaccini personalizzati a mRna contro cancro, malattie cardiovascolari e quelle autoimmuni prodotti dall’azienda americana.
Secondo quanto riferito al Guardian da Paul Burton, direttore sanitario di Moderna, “l’azienda potrà offrire questi vaccini in appena cinque anni”. E quelli che arriveranno, spiega Burton “saranno molto efficaci, e potranno salvare centinaia di migliaia se non milioni di vite”.
“Anche il Cio di Siena può dare e ha dato un contributo a questa sperimentazione visto che collaboriamo con Moderna da anni, così come con Pfizer e con altre realtà – ha aggiunto Maio -. La notizia dei vaccini contro il cancro che negli ultimi giorni ha suscitato tanto clamore però deve darci l’idea dell’esistenza di una comunità internazionale che ha messo in piedi un processo continuo di ricerca e sviluppo di medicinali. A questo processo danno il proprio contributo sia le multinazionali che gli studi indipendenti degli enti no -profit”.
“I progetti – ha proseguito Maio – che sono in cantiere in Italia adesso sono quelli dei farmaci immunoterapici che agiscono sul sistema immunitario del paziente invece che intervenire sul tumore. Poi ovviamente c’è anche il discorso dei vaccini anti-cancro”.
“A Siena, per far capire quanto vale il nostro ruolo, abbiamo attive quaranta sperimentazioni di farmaci che si potranno trovare sul mercato tra anni”, ha concluso il professore.
MC