Delegazione del Tongde Hospital della provincia dello Zhejiang in visita all’Università di Siena per futuri accordi di collaborazione per la mobilità e la ricerca.
Si è tenuto ieri pomeriggio all’ Università di Siena, al palazzo del Rettorato, un incontro con una delegazione di dirigenti del Tongde Hospital della provincia dello Zhejiang, uno dei più attrezzati ospedali pubblici in Cina che ha sede nella città di Hangzhou.
Per l’Ateneo senese hanno partecipato all’incontro, insieme al rettore Francesco Frati, il delegato alle relazioni internazionali, Luca Verzichelli e alcuni docenti delle aree medica, biomedica e delle scienze della vita.
La visita è stata organizzata nell’ambito di un’articolata agenda di relazioni tra le istituzioni universitarie e socio-sanitarie della città di Hangzhou, l’Ateneo senese e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, con l’obiettivo di attivare future collaborazioni, in primo luogo per la mobilità di studenti e ricercatori.
“Hangzhou – spiega il professor Verzichelli – ha già sviluppato un programma intensivo di rapporti con centri di eccellenza in Corea e in vari paesi occidentali e Siena è uno dei candidati per l’attivazione di uno scambio in Europa”.
“Inoltre – prosegue Verzichelli – il contatto con Hangzhou può essere sviluppato sul piano del dialogo culturale tra le tecniche e le filosofie della medicina. Questo ospedale infatti combina da tempo l’utilizzo della medicina tradizionale cinese con quella occidentale, è sede di un convegno annuale sulla necessità di superare le barriere tra gli approcci della medicina, oltre a portare avanti vari progetti innovativi, tra i quali uno sulla immuno-oncology ed uno sulla riduzione incrementale degli antibiotici”.
“Hangzhou – conclude Verzichelli – ha mostrato interesse ad ospitare il contributo della medicina occidentale e intende investire risorse in questa direzione. Una collaborazione in questo senso potrebbe essere interessante sia a livello assistenziale, per i numerosi utenti cinesi che vivono in Italia, che spesso per motivi linguistici e di affinità culturale scelgono di rientrare in Cina per curarsi, sia dal punto di vista dello sviluppo della ricerca medica”.