L’Università di Siena è il primo ateneo italiano a darsi delle proprie linee guida per l’uso di ChatGpt e di altri large language models, sistemi che usano algoritmi avanzati di apprendimento automatico per generare risposte simili a quelle umane.
La stesura di una policy interna, spiegano dall’Università, è stata fatta per indirizzare “la comunità accademica nella discussione e approfondimento di nuove modalità di fare didattica e ricerca e nell’attivazione di comportamenti che inducano responsabilità e consapevolezza delle azioni
Chat Gpt e agli altri modelli di large language models “non sono perfetti” e le loro risposte “potrebbero non essere accurate o aggiornate” evidenzia un documento dell’ateneo senese. Il testo prosegue: “Occorre, quindi, essere consapevoli che al momento ChatGpt, ed altri Llm, possono produrre pregiudizi legati alla scelta dei documenti di addestramento, ai vincoli che vengono dati agli algoritmi per imparare e i principi degli stessi algoritmi di intelligenza artificiale”.
Ed ancora, per l’Università è necessario “usare il proprio giudizio nel valutare le risposte. Tali sistemi dovrebbero essere concepiti solo come preziosi assistenti per la soluzione di problemi, mentre la responsabilità nella generazione di ogni documento rimane unicamente connessa alla persona che lo produce”
Dieci punti del documento alla cui stesura ha partecipato sia la comunità accademica che esterni. L’obiettivo? “Porre l’attenzione sulla attendibilità e l’obiettività delle fonti e sull’efficacia degli strumenti di ricerca nel lavoro accademico”, viene spiegato
“La conoscenza e la comprensione delle novità da parte dei docenti consente infatti di guidare studentesse e studenti nelle attività didattiche per un arricchimento del percorso di studio, piuttosto che verso l’adozione di azioni di interdizione e controllo. Il documento indica come fondamentale le formazione del corpo docente e della comunità studentesca-affermano dall’Università-. Nei dipartimenti verrà avviata una riflessione sulle modalità di svolgimento degli esami e delle sedute di tesi, con modalità che privilegino forme di interazione diretta e presentazioni orali e su una valutazione più approfondita dell’apporto individuale nella stesura degli elaborati di tesi. Nel documento un passaggio significativo viene dedicato alla necessità di esplicitare nelle tesi e nelle pubblicazioni l’eventuale utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale generativa. Il documento è pubblicato sul portale di Ateneo”.