Il rettore dell’Università di Siena, Francesco Frati, a nome personale e della comunità dell’Ateneo, esprime condoglianze per la recente scomparsa della professoressa Maria Dal Pra. Docente dell’Università di Siena dagli anni Sessanta, professore associato dal 1984, a riposo dal 2005, Maria dal Pra è stata una figura di riferimento a livello nazionale per gli studi nell’ambito del servizio sociale. Chi l’ha conosciuta nel suo ruolo professionale ricorda la sua dedizione e il suo impegno, che non si sono limitati all’ambito accademico, essendo stata animatrice di numerose iniziative nell’ambito del volontariato ecclesiale e laico oltre che della cooperazione sociale a Siena e in Italia. Di seguito il saluto del professor Fabio Berti, presidente del corso di laurea in Scienze del servizio sociale dell’Università di Siena, a nome dei colleghi e allievi che hanno lavorato negli anni con la professoressa Dal Prà.
“La professoressa Dal Pra – ha scritto Berti – ci ha lasciati con una ricca eredità e strade da seguire ben tracciate. Il suo nome, nel servizio sociale, unisce comunità di studiosi, professionisti, studenti e docenti, anche grazie ai testi che ha scritto e sui quali intere generazioni di studenti e assistenti sociali hanno studiato e cercato nuove rotte professionali e non solo. Formatasi presso la Scuola ENSISS di Firenze in contemporanea all’Università, dove conseguì la laurea in psicopedagogia, collaborò all’iniziativa dell’allora Rettore Bracci che volle il servizio sociale all’interno dell’ordinamento accademico, fondando così nel 1954 il primo corso di studi italiano in scienze del servizio sociale presso l’Università di Siena. Per circa vent’anni fu l’unica docente incardinata di servizio sociale in Italia.
Maria è stata apripista in molti ambiti. In primo luogo in quello disciplinare, riaprendo un dibattito epistemologico e metodologico all’interno del servizio sociale, portando in Italia i contributi di molti studiosi internazionali. Il suo impegno di prestigiosa studiosa è proseguito incessantemente, acclarato da innumerevoli pubblicazioni fino all’ultima monografia del 2010, pubblicata da Carocci, il cui titolo “Nuove prospettive per il servizio sociale” è emblematico della sua capacità di cogliere gli “aspetti più significativi del cambiamento profondo che sta investendo il contesto operativo del servizio sociale per capire come vi si possa far fronte e quali strumenti concettuali e operativi possano essere più adeguati”. Il suo autorevole contributo non riguarda solo l’attività scientifica e didattica, ma anche la partecipazione attiva, oltre all’attività in diverse Commissioni di studio ministeriali inerenti la formazione dell’assistente sociale. E’ stata componente della Segreteria Nazionale dell’AssNAS (Associazione Nazionale Assistenti sociali) dal 1979 al 1983 e co-fondatrice dell’Associazione Italiana Docenti di Servizio sociale (AIDOSS, ora SocISS Società Italiana di Servizio sociale) alla quale ha continuato ad apportare ininterrottamente sostegno e stimoli.
Ci lascia con un grande vuoto ma con la certezza che la strada della ricerca e la dedizione alla formazione dei giovani e dei professionisti dell’aiuto debba essere sempre orientata alla riduzione delle disuguaglianze e alla giustizia sociale”.