
Lutto a Siena: è scomparsa Simonetta Michelotti, scrittrice, giornalista, ricercatrice dell’Università di Siena, autrice di numerose pubblicazioni, contradaiola della Lupa e sportiva. I funerali si terranno alle 15 nell’oratorio di San Rocco della contrada della Lupa. La salma sarà esposta dalle 14.30.
Ad esprimere il cordoglio dell’ateneo è il rettore Roberto Di Pietra. Michelotti, in pensione da febbraio 2021, era stata impiegata nelle allora segreterie universitarie dal 1988, nel 1992. Poi era divenuta responsabile del programma Erasmus e del progetto Ects della Cee. “Al dipartimento di Scienze storiche, giuridiche, politiche e sociali dal 1996, per le esigenze della costituenda facoltà di Scienze politiche, aveva proseguito il suo lavoro di funzionario tecnico della ricerca nell’attuale dipartimento di Scienze politiche e internazionali”, ricordano dall’ateneo.
“Ho conosciuto Simonetta 35 anni fa. Al rientro dal mio periodo come studentessa Erasmus insieme ad altre colleghe e colleghi abbiamo formato il gruppo Erasmus di Siena, Simonetta lavorava già nel nostro ateneo e si occupava del nascente sistema degli Ects – è il pensiero della professoressa Alessandra Viviani, delegata alle politiche di inclusione, pubblicato nel sito dell’Università-. Non ho molti ricordi di quei giorni, ma ricordo bene il suo sorriso e il suo entusiasmo per questa nuova avventura. Avrei imparato poi che quel suo entusiasmo per l’avventura europea delle università veniva da una profonda conoscenza della storia della nascita dell’UE e dei movimenti che l’hanno fondata e dai suoi studi su Ernesto Rossi e sul Manifesto di Ventotene. Ma non era solo la conoscenza di una giovane studiosa di storia, ma la convinta partecipazione ai valori etici di democrazia e rispetto delle differenze che hanno caratterizzato tutta la sua vita”.
“Ho poi avuto il grande privilegio di lavorare fianco a fianco con Simonetta negli ultimi anni della sua esperienza in Ateneo. Di questi anni, passati insieme a scrivere e gestire progetti europei, ricordo tutto molto bene – prosegue-. Simonetta è la migliore compagna di lavoro e di vita che si possa desiderare; estremamente preparata, instancabile, onesta e diretta, capace di essere sempre un passo avanti senza far pesare nulla, con disponibilità ed un pizzico di ironia. Nelle nostre giornate insieme ho imparato ad apprezzare la sua profonda cultura, il suo amore per la nostra terra, la nostra città, il nostro ateneo e la sua contrada. Non l’amore cieco e fanatico, ma quello consapevole, di chi vede pregi e difetti e si impegna fino in fondo per il bene degli altri, anche a scapito di se stessa. Anche negli ultimi mesi, provata dalla malattia, mi chiedeva del lavoro, dei progetti, della vita in ateneo, della mia famiglia. Pensava ancora prima agli altri”.