Le bollette dell’elettricità e del gas saranno in forte ribasso nel secondo trimestre 2020, questo annunciato ieri l’Arera in una nota stampa ma per il presidente di Estra Francesco Macrì “non possiamo fare affidamento su questo tipo di lanci d’agenzia. La notizia di ieri è indicativa sul trend dei mercati”. Per Macrì infatti ” da inizio emergenza i consumi si sono abbassati in Cina e questo ha riversato tanto prodotto sul mercato con un relativo abbassamento del prezzo- spiega-. Da qui a produrre un effetto positivo ce ne corre, io non genererei facili ottimismi. Non c’è un nesso tra il calo del prodotto e il calo del prezzo di vendita”.
Successivamente il presidente di Estra ha commentato le misure prese in atto dal governo Conte spiegando che ” sulle aziende come la nostra ha scaricato una parte dell’emergenza- fa sapere-. Ad oggi è in vigore un’ordinanza di Arera che ci impone di non procedere con gli stacchi in presenza di utente moroso. Non si può parlare di una sospensione del servizio almeno che non ci sia finanza pubblica che ci dia sostegno: se non veniamo supportati non possiamo fare da banca di stato, è giusto aiutare i cittadini in difficoltà ma dobbiamo essere aiutati”.
Ma la riflessione sulle scelte prese per affrontare l’emergenza non si ferma qui. “Lo stato, ci deve mettere i soldi, e deve smettere di mettere delle cifre ridicole: con 25 miliardi non stanno sostenendo nulla- sostiene Macrì-, non c’è la tanto sbandierata cassa integrazione. Siamo purtroppo ancora in una fase in cui il governo non ha capito il cataclisma economico che si sta producendo”. Per Macrì la ricetta, oltre al sostegno della finanza pubblica, è allora quella di “minimizzare la parte legata delle tasse in bolletta, si potrebbe arrivare a un risparmio del 30%-40% in bolletta. O rinunciano alle entrate o ci mettono i soldi“.
Di seguito l’intervista completa