Mafia, nel 2022 in Toscana venti provvedimenti interdittivi, Don Bigalli: “Fenomeno è radicato, ci sono cosche locali”

“Le notizie che riceviamo dal lavoro delle forze dell’ordine e dalla magistratura confermano ciò che diciamo da tempo a livello associativo: questa Regione è al centro degli interessi mafiosi ed ormai c’è una dinamica di infiltrazione che purtroppo si è radicata, con la costituzione di cosche locali”.

Chiara è la riflessione di Don Andrea Bigalli, referente regionale di Libera Toscana, sui numeri della semestrale dell’attività della Dia. In Toscana “le consorterie criminali italiani e straniere” continuano “la loro operatività” in settori come quello alberghiero, dei rifiuti e negli appalti pubblici: questo spiega la direzione antimafia evidenziando poi come sono stati venti nel 2022 i provvedimenti interdettivi emanati da autorità prefettizie nella nostra Regione.

Il fenomeno dunque esiste anche se, come dice il referente regionale di Libera, qui ci sono anticorpi forti nelle istituzioni, nella magistratura, nelle forze del ordine, nelle associazioni.

“C’è una società civile che non si arrende a nessun titolo nel raccontare una dinamica che purtroppo trova una parte dell’opinione pubblica -aggiunge Bigalli-, stampa ed alcune dimensioni amministrative e politiche ancora scettiche su cui porre attenzione anche in modo concreto” .

Temi quelli di Don Bigalli che saranno anche all’ordine del giorno della Festa della legalità a Suvignano, dove saranno presenti tra l’altro anche il governatore Eugenio Giani e l’arcivescovo Lojudice.

Focalizzarsi sul sistema degli appalti, sull’arrivo dei fondi Pnrr: è l’appello che Don Andrea Bigalli lancia a istituzioni e pubblica amministrazione alla vigilia dell’iniziativa. “Devo dire che è innegabile che le istituzioni debbano rivolgersi a cittadini e cittadine per chiedergli di capire ed intender le dinamiche del loro territorio”

MC