
Anche a Siena, i magistrati scendono in campo per difendere la Costituzione: consiste in questo lo sciopero proclamato dall’Associazione Nazionale Magistrati. La protesta nasce dall’approvazione della Camera dei Deputati del disegno di legge ‘Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte Disciplinare’, che va ad alterare il sistema dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura e compromette il principio della separazione dei poteri. La preoccupazione dei magistrati, dunque, è si creino le condizioni per un sempre più pervasivo controllo della magistratura da parte del Governo.
“Non andiamo contro la politica e nemmeno contro chi detiene il potere esecutivo – commenta Ilaria Cornetti, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Siena -. Riteniamo però, che sia importante la nostra voce e che i cittadini conoscano il nostro pensiero. Questa riforma altera l’assetto costituzionale dal punto di vista dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura e una magistratura non indipendente rischia di non tutelare la libertà delle persone”.
Come confermato dalla dottoressa Cornetti, la protesta proseguirà nelle prossime settimane e non sono da escludere incontri aperti alla cittadinanza.
“Ad aprile faremo il primo di una lunga serie di incontri aperti a tutti – spiega Cornetti -, in cui metteremo a confronto voci favorevoli e contrarie alla riforma, così che i cittadini potranno farsi un’idea ben precisa per votare in maniera più consapevole al referendum”.
La presa di posizione è chiara, ma i magistrati hanno voluto sottolineare che non è loro intenzione mettersi contro il Governo.
Il sostegno, intanto, arriva anche dalla Cgil che in un comunicato ha espresso la propria solidarietà verso i magistrati.
Il sindacato, si legge in una nota, r”itiene che si tratti di una riforma sbagliata e pericolosa, che non risolve i problemi che affliggono la giustizia nel nostro Paese e che sovverte radicalmente l’assetto costituzionale dell’ordine giudiziario, mettendo seriamente a rischio il principio-cardine della separazione dei poteri. In particolare, nel merito del testo approvato, la separazione delle carriere tra giudicanti e inquirenti, lo sdoppiamento del Csm, la costituzione di un’alta corte che dovrebbe giudicare l’operato di magistrati e magistrate, non solo non risolveranno i problemi della giustizia italiana ma, anzi, aggraveranno la situazione odierna rendendo più debole la richiesta di eguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini e le cittadine. Con la modifica, inoltre, delle prerogative del Presidente della Repubblica, che attualmente presiede il Csm, saremmo di fronte all’ennesimo tentativo di stravolgimento dell’equilibrio tra i poteri, con gravi conseguenze per la tenuta e la qualità della nostra democrazia.
In questo quadro vanno, perciò, inquadrati i sempre più frequenti e violenti attacchi del Governo a quei Magistrati che osano indagare e/o condannare componenti dell’Esecutivo. Un’insofferenza verso qualsiasi forma di controllo che rende evidente come questo Governo si senta legittimato, dal reiterato richiamo al voto popolare, ad agire oltre qualsiasi legge, come apparso chiaro anche nella recente vicenda che lo ha visto contrapposto alla Corte penale internazionale”.