Un intervento prontissimo, la capacità di accorgersi che era necessario prestare immediatamente il primo soccorso a una signora colta da malore in strada, in attesa dell’arrivo dell’automedica.
Così tre infermiere dell’Asl Toscana sud est, che stavano transitando in via Giuseppe Mazzini a Chiusi scalo con l’auto aziendale, sono riuscite a soccorrere una donna colpita da arresto cardiaco, molto probabilmente salvandole la vita. A raccontare cosa è accaduto alcuni giorni fa Martina Mancini, una delle infermiere protagoniste della vicenda. “Ci stavamo recando al domicilio di un paziente con l’auto di servizio – dice – quando abbiamo notato alcune persone sul marciapiede intorno a una persona distesa. Ci siamo fermate subito e siamo accorse per capire cosa fosse successo, rendendoci conto della gravità della situazione”.
Insieme a lei le colleghe Alice Cenni e Maria Isabel Cherubini, tirocinante.
“A terra da pochi attimi – racconta Martina Mancini – c’era una signora incosciente, senza battito. Il malore è avvenuto proprio davanti alla caserma dei Carabinieri e un militare aveva appena chiamato il 118, con cui siamo poi rimaste costantemente in contatto. Abbiamo immediatamente praticato il massaggio cardiaco alla donna, mentre una di noi correva a prendere il defibrillatore collocato nella vicina stazione ferroviaria”.
La donna si è in un primo momento ripresa, grazie al pronto intervento delle infermiere, ma poi ha subìto un nuovo arresto cardiaco. “Tutto è successo in un tempo ristretto – prosegue l’infermiera –, abbiamo messo in funzione il defibrillatore e la donna ha recuperato le funzioni vitali”. Quindi l’arrivo dell’automedica e dell’ambulanza del 118 che si sono occupati dell’operazione di soccorso e del trasporto della donna all’ospedale di Santa Maria alle Scotte a Siena, dove è stata sottoposta alle cure del caso.
“Abbiamo solo compiuto il nostro dovere – spiega Martina Mancini –, trovarci lì pochi momenti dopo il malore della signora ci ha consentito di compiere un intervento probabilmente risolutivo, in attesa dell’arrivo del 118”.
Prontezza di riflessi nel percepire il grave pericolo per la salute della donna e professionalità nell’intervento apprezzate e sottolineate dai cittadini presenti sul posto, che hanno ringraziato pubblicamente le tre infermiere. E anche da loro arriva un ringraziamento: “È rivolto agli infermieri dell’Assistenza domiciliare (Adi) – dicono Martina Mancini e Alice Cenni – perché siamo state assunte l’anno scorso in periodo di pandemia e abbiamo ancora tutto da imparare dai nostri colleghi che si spendono da anni per la comunità di Chiusi”.