In questi mesi di confinamento in casa, ho ripensato spesso ad un libro del 1991, “Prateria. Una mappa in profondità” di William Least Heat-Moon e mi sono chiesto se una collana di mappe turistiche in profondità potrebbe avere successo, in questa epoca dove tutti guardiamo gli smartphone, ma riuscendo a vedere realmente soltanto una piccola parte di post ed immagini.
Lo scrittore statunitense (vero nome William Trogdon) era diventato famoso, nel 1988, con il successo di vendite di “Strade Blu. Un viaggio dentro l’America”. I due libri rappresentano due modi diametralmente opposti di conoscere il proprio paese. Le Strade Blu sono quelle meno frequentate, lontane dalle mitiche superstrade viste in tanti film, e con un viaggio lungo 13 mila miglia (vi risparmio la conversione: sono 20.800 chilometri), Least Heat-Moon, aveva voluto superare la propria crisi personale, andando a parlare con le persone comuni, e a lui sconosciute, nelle piccole città dell’America più profonda.
“Prateria” è invece l’esatto opposto: senza uscire da una piccola contea di 3000 abitanti, la Chase County in Kansas, lo scrittore elabora appunto una mappa in profondità – lunga 700 pagine – dimostrando quante cose belle e sorprendenti si possono scoprire in pochi chilometri quadrati di territorio, se si riesce a non avere lo sguardo frettoloso del turista di passaggio, ma si cercano le tracce delle piccole storie locali, dai terremoti alle alluvioni, dall’arrivo dei primi pionieri alle trasformazioni tecniche e sociali dell’agricoltura.
Scrivere le mappe in profondità delle nostre città e delle nostre province – a Siena, in Toscana e in Italia – sarebbe forse uno dei lavori più belli del mondo e chissà come sarebbe emozionante poi condividerle con quei turisti, che avessero voglia di conoscerle. Un desiderio che spesso dipende proprio da noi – noi, operatori del settore, ma anche semplici residenti che veniamo a contatto con i “forestieri” – e dal nostro desiderio di essere i primi a voler conoscere meglio i nostri territori e quindi avere poi la “naturale” vocazione a condividerlo.
Può essere banale, spesso, dire che conosciamo meglio una capitale europea della nostra provincia (a mio parere, sono due modalità di conoscenza diverse e non paragonabili), ma di fronte a quello che può essere un cambiamento epocale, e traumatico, del modo di viaggiare, io suggerisco una riflessione sulle mappe in profondità.
Ci abbiamo mai pensato? Le abbiamo mai abbozzate? Conosciamo tanti personaggi famosi, luoghi curiosi, aneddoti divertenti – alcuni veri, altri falsi o mitizzati – ma sono sprazzi di storia, lampi di memoria, frammenti di epica locale: li ricordiamo con cura, li raccontiamo mille volte a cena, ma senza andare oltre e conoscere in profondità il nostro territorio.
Roberto Guiggiani