Dimenticate il viso del bel ragazzo degli esordi, dei fotoromanzi Lancio e dei film di Brizzi e di Lucini che facevano sognare le ragazzine di tutta Italia. E dimenticate anche il bello e misterioso dei personaggi di alcune delle più note fiction di casa nostra: Marco Aceti oggi sembra aver trovato la propria dimensione nei ruoli complessi dell’instabilità emotiva e psicologica, negli equilibri che si rompono e che trasformano il bravo ragazzo nel mostro.
L’attore romano, che ha appena concluso al Teatro Petrolini “Le Regole del gioco” per la regia di Roberto Belli, è protagonista di una sorta di monologo – o comunque è questo il taglio che dà forza allo spettacolo – che vede sul palco anche Sara Colelli.
“La storia di un uomo e una donna – si legge nella sinossi – che un tempo si sono amati e che ora accantonano ogni parvenza di umanità e si affrontano in una resa dei conti illusoria e definitiva. Una tematica particolarmente attuale e drammatica, raccontata con uno sguardo privo di preconcetti, che mette in risalto la metamorfosi di un amore quando si trasforma per uno dei due in disinteresse e poi, per entrambi, in rancore, disprezzo, odio viscerale.
La crudeltà e l’inganno fanno da sfondo a tutta la vicenda, costringendo chi assiste a sospendere e rivedere continuamente il giudizio sull’apparente natura dei personaggi. I due protagonisti, interpretati con emozionante intensità da Marco Aceti e Sara Colelli, magistralmente diretti da Roberto Belli, regista ancora una volta implacabile nel raccontare le virtù e le miserie dell’animo e della psiche umana, trascinano lo spettatore nei meandri di una vicenda serrata e claustrofobica che disturba e fa riflettere”.
Tutto vero. Eppure, ciò che alla fine rimane oltre al racconto del regista che si ritrova nelle parole sopra, è la forza con la quale Aceti si impone sul palco per far sentire la propria voce, quasi a urlare quei personaggi difficili e irrisolti che interpreta, esattamente come per il ‘mostro’ di “Lettera H”, film di Dario Germani che gli ha portato fortuna: a cominciare dal Terra di Siena Film Festival (dove anche quest’anno il film ‘Cani di strada’ dove Aceti ha un ruolo, ha vinto il premio della critica) per ottenere poi premi e riconoscimenti in tutta Europa, è stato proprio il thriller ispirato ai fatti del mostro di Firenze a portare Marco Aceti a cavalcare l’onda giusta. Con Dario Germani, Aceti ha trovato il suo spazio, la sua collocazione, i suoi demoni diventano reali e tengono incollati lo spettatore alla poltrone fino alla fine, fino ad avere quasi paura di quegli occhi profondi.
Del resto è il paradosso cui nessun bravo attore sfugge: il bravissimo comico che è persona triste, lo psicopatico che nella realtà di ogni giorno è uomo innamorato pazzo del figlio e della sua vita da vigile del fuoco, oltre che della recitazione.
Lo spettacolo “Le regole del gioco”, applaudito dalla critica e dal pubblico, sarà preludio a nuovi impegni – ancora sulle vicende del mostro di Firenze – per l’attore romano che sta vivendo, con merito, un momento di successo che non è fortuna ma studio, impegno, forza di volontà. Un attore così vicino al pubblico e alla realtà che ci piace e che forse, proprio perché così ‘normale’, ci fa paura perché nasconde il lato oscuro che c’è dentro ognuno di noi.
Katiuscia Vaselli
Lo stabilimento Beko di Siena, secondo Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom Cgil, e Pino Gesmundo,…
Le previsioni dei rappresentanti senesi dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil sono…
L'amministrazione penitenziaria regionale non avrebbe dato risposte sulle criticità di Santo Spirito ed i sindacati…
Ad infervorare il dibattito c'è la premessa della mozione: ai vigili urbani servono le pistole…
Sul raccordo autostradale Siena - Firenze sono in corso i lavori avviati da Anas per…
Al Gazometro di Roma la presentazione del Calendario 2025 della polizia, alla presenza del Ministro…