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Massa Marittima, con il centro studi gli squali hanno gli ambasciatori: “Ecco come proteggiamo una specie iconica”

Chi avrebbe mai pensato che si potesse diventare ambasciatori di squali? Eppure, è proprio questo il ruolo che l’omonimo centro studi di Massa Marittima offre a chiunque scelga di unirsi alla sua missione.

Non si tratta di un semplice titolo, ma di un vero e proprio impegno per sostenere la ricerca e la conservazione di queste creature. In un mondo dove spesso gli squali evocano timore, gli ambasciatori ribaltano il paradigma, trasformandosi in narratori di storie di tutela e passione per il mare.

“Partecipare significa contribuire concretamente al sostegno di un ecosistema unico. È questo il ruolo assegnato ai nostro tesserati i quali, attraverso il pagamento di una quota annuale, permettono di portare avanti le attività – dice il direttore Primo Micarelli – . Le nostre iniziative sono rese possibili grazie alle entrate generate da sponsor, donazioni, il museo, l’acquario e, in piccola parte, dai tesserati. Questi ultimi sostengono la ricerca sul campo oltre alla formazione didattica per studenti in stage”.

“Oltre al contributo economico, i tesserati diventano ambasciatori nel vero senso della parola – prosegue – : diffondono la conoscenza sul nostro lavoro attraverso newsletter trimestrali, conferenze pubbliche e collaborazioni volontarie. E tra loro ci sono i coordinatori regionali che raccolgono dati sugli avvistamenti, monitorano il mercato del pesce e intervengono in caso di spiaggiamenti”.

Ogni sottoscrizione è una spinta vitale per una struttura che opera senza finanziamenti pubblici, ma con il cuore pulsante di chi crede che la scienza e l’amore per la natura possano cambiare le cose.

L’istituto scientifico compie quest’anno il suo primo quarto di secolo. In passato si è mosso con spedizioni, fatte spesso in collaborazione con l’Università di Siena, di cui Micarelli è docente, in tutto il mondo.

Negli ultimi dodici mesi i ricercatori sono riusciti a riprendere e documentare la predazione di uno squalo bianco da parte di un’orca in Sudafrica. In Groenlandia hanno invece incontrato dal vivo il Matusalemme degli animali: uno squalo capace di raggiungere i 500 anni di età.

E sempre da loro, in estate, è arrivata la notizia più amara: nelle acque del Mediterraneo quest’esemplare sta scomparendo.

“Si è evidenziato – prosegue Micarelli – un allarmante declino della popolazione di questa specie iconica. Presentato a ottobre durante un congresso a Salonicco, il risultato della nostra ricerca ha lanciato un segnale d’allarme alla comunità scientifica e politica: lo squalo bianco potrebbe aver superato la soglia critica di sopravvivenza. La situazione richiede interventi urgenti e una maggiore cooperazione tra istituzioni e attori locali”.

Tra le altre realtà toscane che sono impegnate nella salvaguardia di questo animale, lo ricordiamo, anche l’Acquario di Livorno, che aderisce al progetto Europea Life Sharks.

MC

marco crimi

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