“Premesso che sono partite le procedure interne per accertare se ricorrano i motivi per una sanzione disciplinare, perché l’autista non può cadere in nessuna provocazione e non può rispondere in quel modo, la verità va ricercata e approfondita senza gettare comunque benzina sul fuoco”.
Abbiamo chiesto a Massimo Roncucci, presidente della Tiemme spa, all’indomani dell’articolo pubblicato da questo giornale, di esprimersi in merito alla vicenda e lui ha fatto alcune corrette considerazioni relative al comportamento dell’azienda ma anche a quello del passeggero. Precisando subito: “Non mi è piaciuto il collegamento con l’episodio di Santa Colomba”. Nemmeno a noi. Eppure è proprio dalle parole di Roncucci che ancora di più ci viene in mente un paragone che è quello legato all’emotività: alla paura, in primis. Due episodi completamente diversi ma che la dicono lunga su una situazione che sta arrivando all’esasperazione, proprio come abbiamo scritto ieri solo dopo aver verificato come è doveroso fare. Vero che non è giustificabile che un autista risponda male, mai ma è anche vero che la paura può prevalere, a volte. Come è vero che il passeggero è noto per numerose vicende che lo collocano in una situazione molto particolare all’interno della società senese nella quale vive da anni.
“Partiamo dai dati e non dalle opinioni: il monitoraggio dei tratti percorsi e degli orari ci ha permesso di verificare che l’autobus numero 9 è arrivato con appena cinque minuti di ritardo, non dieci e al capolinea in piazza Gramsci con tre minuti soltanto che, se non fossero stati persi nella discussione, non ci sarebbero stati. L’autista, che ha sostituito eccezionalmente la collega che è solita occuparsi di quel percorso, è arrivato con un leggero ritardo perché, come si sente rispondere anche nel filmato, a causa della signora che non era stata bene lui si era comunque reso disponibile alla sostituzione partendo subito. Ma quello non era il suo turno, era un’eccezione. Anzi, una gentilezza avuta nei confronti della collega e dell’azienda” precisa Roncucci.
Poi c’è la versione che l’autista ha fornito all’azienda ed è lo stesso presidente a spiegarla: “L’autista dà una versione diversa per alcune cose, rispetto a quella del passeggero. Altri dettagli li ha confermati anche il nostro dipendente. Quando è salito sull’autobus, il ragazzo sarebbe andato subito vicino al posto di guida e puntando il dito sul polso per far presente l’ora, si sarebbe rivolto in modo maleducato all’autista. ‘Perché hai fatto tardi, testa di c…o?’ . L’autista allora, e questo lo ha confermato, dato che si sono messi a discutere animatamente ha fermato il mezzo, avrebbe chiamato i carabinieri che però non avrebbero risposto e a quel punto, vedendo che il ragazzo comunque si era messo a sedere, è ripartito. Sarebbero continuati scambi di opinioni non certo garbate però l’autista sostiene che il ragazzo gli abbia anche chiesto scusa. Tanto che lui gli ha detto ‘Se me lo avessi chiesto con gentilezza ti avrei spiegato il motivo del mio ritardo’. Il nostro dipendente ha intenzione di tutelarsi quindi verosimilmente chiederà di visionare le telecamere a bordo, cosa che non possiamo fare noi ma solo le forze di polizia e dice di poter dimostrare di aver tentato la chiamata ai carabinieri”.
Katiuscia Vaselli
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