L’appuntamento conclusivo dell’Anno del Cibo Italiano, organizzato a Siena da Vetrina Toscana, il programma di Regione e Unioncamere Toscana – che si è svolto nel Pellegrinaio del Santa Maria della Scala, per parlare di turismo, cultura, enogastronomia e indicazioni geografiche come motore di attrazione dei territori – è stato l’occasione per ricordare la presenza a Siena della Fondazione Qualivita che esattamente 18 anni fa, nel mese di dicembre, iniziava la sua attività con un primo evento di rilievo tenuto a battesimo da Mario Luzi e Giovanotti.
In questi anni, il progetto originario di Qualivita ha preso forma e consistenza fino a portare la Fondazione a essere riferimento nazionale e internazionale per il sistema delle indicazioni geografiche, con il riconoscimento da parte del Ministero italiano delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, di soggetto di elevata capacità tecnico-scientifica, nell’ambito del settore agroalimentare di qualità e, in particolare, in quello delle produzioni agroalimentari DOP, IGP, STG.
La collaborazione con Aicig e Federdoc, con i consorzi di tutela, master universitari, enti di certificazione e ricerca, l’accordo con l’enciclopedia Treccani per la linea editoriale Treccani Gusto e con Il Poligrafico e Zecca di Stato per la pubblicazione della rivista Consortium e la collaborazione con McDonald’s Italia, per l’inserimento di prodotti DOP IGP nei menu degli oltre 500 ristoranti italiani, sono il risultato di 18 anni intensi di progetti.
Intervenendo alla presenza delle autorità cittadine e dell’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi, dopo la Lectio Magistralis di Philippe Daverio, il direttore generale della Fondazione Qualivita, Mauro Rosati, ha lanciato la proposta di aprire all’interno del Santa Maria della Scala, uno spazio dedicato alle eccellenze agroalimentari e vitivinicole della Toscana.
“Siena può essere la capitale della cultura della qualità – commenta Rosati – perché uomini ed esperienze nate in questa provincia, hanno dato un contributo fondamentale all’affermazione del Made in Italy agroalimentare e vitivinicolo nel mondo. Solo per fare alcuni nomi ricordo Bettino Ricasoli, Franco Biondi Santi, Giovanni Righi Parenti, Enzo Tiezzi e i tanti agricoltori e allevatori che hanno modellato un territorio dove ambiente e produzioni sono ancora in sintonia. Siena merita di essere il luogo dove i visitatori possano conoscere la storia, ma anche le caratteristiche dei prodotti di eccellenza della Toscana. Non un museo – conclude Rosati – ma una vera e propria ‘Casa’ per tutte le denominazioni agroalimentari e vitivinicole DOP IGP toscane, che istruisca ed educhi il turista e il cittadino ai temi della cultura enogastronomica della regione.”
Un vero tesoro da valorizzare proprio in uno spazio importante come il Santa Maria della Scala, per rendere più autentica e fruibile la conoscenza di quel made in Italy agroalimentare che è ormai riconosciuto come uno dei principali motivi di scelta dei flussi turistici. Arte, cultura ed enogastronomia, sono la base del #turismodop
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