“Nei prossimi 18 mesi circa 65mila abitanti della provincia di Siena, oltre il 20% del totale, rischiano di essere privati di un medico di famiglia, il primo punto di riferimento per godere del loro diritto costituzionale alla salute”. L’allarme lo ha lanciato al Federazione dei medici di base di Siena
Il motivo? “I nuovi posti banditi dalla ASL, che sono 30 per il 2022 e almeno 24 per il 2023, a ora non coprono i pensionamenti in arrivo. Un errore di pianificazione storico da parte degli amministratori e decisori politici che ora presenta il conto a un territorio, come quello senese, fatto in larga parte di piccoli comuni. E a poco serviranno misure tampone – come l’innalzamento d’ufficio del numero massimo di pazienti da 1.500 a 1.800, o il coinvolgimento di medici in formazione – di fronte a un carico di lavoro che non solo è sempre più fatto di burocrazia a discapito della pratica medica, ma che la pandemia ha fatto aumentare a dismisura”, fanno sapere.
“Oggi- conferma il segretario di Fimmg Siena Maurizio Pozzi- oltre alle sue ore in studio e alle visite domiciliari e in strutture residenziali, un medico di medicina generale riceve dai suoi pazienti oltre 200 contatti al giorno tra telefonate, e-mail e messaggi, e altrettanti ne invia. Questo in un periodo nel quale i bisogni degli assistiti sono aumentati, e di molto, dopo le fasi acute della pandemia, e ora ci viene chiesto di seguirne fino a 300 in più dall’oggi al domani”.
“I medici di famiglia di Siena – sottolinea Pozzi – hanno tenuto i loro studi aperti in tutte le fasi del covid, ma con un accesso ovviamente regolamentato, e tutto questo ha rappresentato una complicazione ulteriore. Ora il tema vero è garantire che ogni paziente abbia un medico di riferimento, anche se ha già 1800 pazienti o è in formazione. Ma questa situazione si può risolvere davvero solo con un nuovo modello organizzativo, che valorizzi e qualifichi il ruolo dei medici di famiglia nella medicina territoriale, come vuole il Pnrr, tramite livelli adeguati di personale, strutture ed infrastrutture nella nostra diretta disponibilità ”.