La exit strategy per lo stallo sulla mensa di via Bandini prova a dettarla direttamente Eugenio Giani. Per il presidente di Regione Toscana è “realistica” l’ipotesi di una vendita della struttura per poi procedere con l’acquisizione di un immobile che ha l’agibilità per ospitare il servizio.
Non solo: il Governatore paventa anche ulteriori strade, che sono percorribili grazie anche all’arrivo dei fondi di sviluppo e coesione. “In questo ambito abbiamo messo a disposizione diversi milioni per il Dsu per realizzare una nuova sede in Sant’Appolonia a Firenze. Portando lì i nuovi locali libereremo quelli di viale Gramsci. Ecco che quindi Dsu potrebbe ottenere nuove risorse in modo da garantire una mensa pure a Siena”, continua.
Di quindici – venti giorni è invece il tempo previsto per l’incontro sull’argomento tra Giani, il sindaco Nicoletta Fabio, i rettori Tomaso Montanari e Roberto Di Pietra ed il presidente dell’azienda di diritto allo studio Marco Del Medico. Il presidente di Regione Toscana ha altre priorità nella sua agenda. E lo ammette anche lui quando dice che quello di via Bandini non è un punto ‘urgente’ all’ordine del giorno.
“Qui a Siena c’è un grave problema di diritto allo studio. Abbiamo bisogno di due mense, di studentati, di trasporti diversi per raggiungere la città . Crediamo nell’università in presenza. Le telematiche fatte in questo modo sono un’anomalia italiana. Credo che la risposta migliore sia un’università di qualità in presenza. A partire però dalla vita quotidiana. Se non si può vivere a Siena, non si può studiare a Siena”, dice invece Montanari che aggiunge: “Bisogna garantire 4mila pasti la mattina e la sera per 23 mila studenti. E’ chiaro che gli studenti che stanno in città si sono abituati a un’offerta minore, ma non è una buona ragione per continuare a trattarli così. Se li faremo vivere meglio, verranno più studenti a Siena. Questo non è un problema dell’università , è un problema della città ”.
MC