Si è tenuto questo pomeriggio, giovedì 23 marzo, l’annunciato incontro fra Comune, Asp “Città di Siena”, Università e Azienda regionale per il Diritto allo Studio sulla proposta avanzata da parte della stessa amministrazione comunale di utilizzare la struttura dell’azienda “Città di Siena” per fornire pasti alla popolazione studentesca. La proposta era arrivata nelle settimane scorse dall’assessore all’università del Comune di Siena Paolo Benini.
“Una proposta che ha l’obiettivo di garantire il servizio mensa in orario serale – spiega Benini – e per ovviare alle criticità dovute ai lavori che interessano le residenze universitarie. L’incontro avvenuto oggi è stato positivo. Il Comune ha svolto il ruolo di mediatore, dato che Asp è un soggetto partecipato al cento per cento dal Comune, ma autonomo operativamente fatto salvo il diritto-dovere di controllo. Asp valuterà il rapporto da creare con Università e Diritto allo Studio per verificare la fattibilità del progetto stesso. Durante l’incontro è stato deciso di proseguire attraverso una prima valutazione di quelli che dovranno essere tempi e modi per la distribuzione dei pasti e anche la durata dell’eventuale accordo. Aspetti propedeutici, ad esempio, per eventuali assunzioni a tempo determinato o indeterminato e naturalmente per una valutazione complessiva dei costi. Si è comunque partiti da una disponibilità di massima da parte di Asp, che ha anche chiarito di poter essere operativa entro due-tre mesi dopo la sottoscrizione di un eventuale contratto, dunque con tempi brevi. Direi che ha funzionato fin qui il ruolo di mediazione da parte del Comune, che deve porsi come garante su una situazione, come quella delle mense per studenti universitari, che è determinante per il tessuto sociale della città e per i relativi risvolti. Attendiamo adesso i tempi successivi allo scambio di informazioni fra le parti”.
L’assessore Benini ha anche affrontato l’argomento relativo all’immobile di via Bandini, sede di una mensa universitaria. “Il Comune – spiega – è stato sollecitato sul tema e ha l’obbligo di fare le opportune valutazioni non solo perché la struttura ospita una mensa universitaria, ma perché c’è necessità di capire la stabilità dell’immobile stesso e della struttura, a prescindere dai locali della mensa stessa. Le opzioni sono quelle di fare un’attenta analisi della documentazione esistente o di integrarla eventualmente attraverso un nostro perito. Se si dovesse rilevare una concreta pericolosità della struttura, come sembra, il Comune affronterà il tema anche con i condomini e ciò prescinde ovviamente dalla mensa. In questo contesto è positivo che il Dsu abbia mostrato massima disponibilità e collaborazione, sia su questi passi che sui successivi”.