Siena

Mense scolastiche a Siena, la lettera dei genitori: “Cibo freddo, menù senza acqua, frutta e verdura, tuteliamo i bambini”

Cibo freddo, vassoi troppo piccoli, tanta pizza e insaccati, minestre eliminate, poca presenza di legumi e vegetali e soprattutto l’assenza dell’acqua nel menù. Sono solo alcuni dei punti che vengono evidenziati da alcuni genitori, che hanno i figli che frequentano le scuole comunali, e che hanno sottolineato alcune criticità della mensa gestita dall’Asp Città di Siena.

La lettera si divide in 8 punti ed è stata inviata al sindaco di Siena Luigi De Mossi, ai capigruppo delle forze politiche del consiglio comunale, al presidente del consiglio comunale Marco Falorni e all’assessore all’istruzione del comune di Siena Paolo Benini. “Non è una  protesta ma facciamo proposte: cambiano poche vocali tra le due parole ma il significato è molto diverso – sottolinea Fiorino Iatorno, uno dei genitori – Adesso siamo arrivati a 600 sottoscrizioni. Capiamo che il covid è stato duro da affrontare per tutti, anche per l’amministrazione, per cui anche noi stiamo valutando quali sono le buone pratiche che potremmo portare anche qui a Siena per aiutare l’amministrazione”.

Sull’argomento la polemica è montata qualche giorno fa, quando sui social è diventata virale una foto con un pasto non troppo invitante della mensa composto da un pezzo di pizza, fagiolini, prosciutto e del succo di frutto. Sul caso è intervenuto sui social Paolo Benini. “Ora che finalmente abbiamo cambiato il direttore (dell’Asp ndr), è necessario che il  servizio mensa si ammoderni rispetto alla decadenza in cui si è trovato”, Benini non ha risparmiato un attacco alle passate amministrazioni: “la situazione di questa città dopo 70 anni di finti comunisti che ora fanno finta di non esserci stati, è molto complessa”. Chiamato in causa il centrosinistra risponde: “A che serve che tutti a Siena condividano a parole che cibo è salute, educazione, integrazione, che l’agroalimentare è un’economia da valorizzare e la nutraceutica un settore scientifico da promuovere, se poi il servizio pubblico di mensa scolastica non è all’altezza di queste legittime aspettative?”, commenta Alessandro Masi, consigliere comunale in quota Pd. “Il Comune deve avere più attenzione alla politica e alla gestione del cibo”, aggiunge. Intanto giovedì 11 giugno è in programma un incontro tra lo stesso Benini, i vertici Asp e i genitori.

A gettare ulteriore benzina sul fuoco è stato un altro post dell’assessore Benini, pubblicato nei giorni scorsi, che recitava: “Proviamo a tenerli un po’ digiuni per vedere se gli viene fame”. Di primo acchito quello di Benini era sembrato un chiaro riferimento agli alunni delle scuole comunali. Lo stesso Benini però, qualche ora dopo, aveva modificato quanto aveva scritto prima specificando che si trattava di un giudizio sulla partita persa dall’Acn Siena contro il Montervarchi . Benini aveva inoltre parlato di “strumentalizzazione bieca” da parte di chi aveva fatto “mendaci supposizioni collegando” le “mie affermazioni sul Siena e il disservizio mensa”.

I 9 punti indicati dai genitori nella lettera

Sporzionamento e carrelli scaldavivande – “Abbiamo accettato con favore la scelta dello sporzionamento”, scrivono dal comitato facendo però notare che questa scelta ha portato  “a servire cibo spesso freddo, con minore appetibilità da parte dei bambini”. La soluzione proposta è quella dell’acquisto “di carrelli che mantengono caldo il cibo e che dà la possibilità di uno sporzionamento sempre abbastanza caldo”.

Vassoi – “appare, per una serie di fattori – dimensioni innanzitutto – poco felice”, è il giudizio dei genitori. “Avere tutto il cibo dinanzi a sé, di fatto in un unico “piatto” fa perdere ai bambini il senso dell’ordine delle pietanze (primo, secondo, contorno e frutta) e il loro valore nutritivo”, spiegano.  “Un vassoio con dimensioni maggiori o comunque capace di garantire un maggiore ordine tra le pietanze potrebbe essere un rimedio per sprecare meno cibo”. Diti puntati anche verso le stoviglie di plastica usa e getta il cui uso “non appare pienamente giustificato dalle norme sulla prevenzione delle infezioni, generando, per contro, un considerevole spreco”

Frutta – “Si verifica a volte la sostituzione della frutta fresca con succo di frutta, bevande, che, com’è noto, contengono grandi quantità di zuccheri”, prosegue il testo.

Menù –  Le critiche più pesanti arriva qui: ” leggere menù Covid pare una giustificazione all’impoverimento di qualità, varietà, equilibrio e quantità dei menu. Si ha quasi la percezione che nelle cucine si sia ridotta l’attività del “cucinare”, dicono i genitori. “Tanta pizza, tanti insaccati, tonno conservato, l’eliminazione delle minestre e poco cibo più elaborato” mentre c’è “poca presenza di legumi e di proteine di origine vegetale; anche i cereali impiegati sono molto limitati nella tipologia, senza prevedere generi diversi”. Infine “non si capisce la non presenza dell’acqua nel menu”. All’alimentazione dei bambini è dedicato un grosso focus: si parte con il tema del biologico, “il menù non presenta quote sufficienti di alimenti (frutta, cereali, legumi, etc) provenienti da agricoltura biologica ed integrali, elementi importanti per il rispetto dei Criteri ambientali minimi “; approvvigionamento , “non sembra riservata sufficiente attenzione a strumenti di approvvigionamento a filiera corta e di prossimità, con il rischio di non trasmettere agli studenti elementi di tipicità alimentare del nostro territorio”.

Formazione – “Una delle criticità evidenti è il costante rifiuto di alcuni piatti da parte delle/dei ragazze/i e la proposta di ricette non sempre appetibili”, rilevano i genitori che chiedono di “investire in formazione alimentare dei bambini, del personale scolastico e dei cuochi sia fondamentale per facilitare la comprensione e l’accettazione del piatto”

Sprechi – “La mensa dovrebbe rappresentare un elemento fondamentale di educazione attraverso concrete modalità di monitoraggio dei rifiuti allo scopo di correggere il menu e ridurre la quota di cibo non accettata e sprecata, ivi prevedendo anche reimpieghi del cibo ancora edibile a fini caritatevoli, nonché per altri usi consentiti in base alle gerarchia dei rifiuti”, concludono i genitori.

 

marco crimi

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