Immaginate di trovarvi, alla guida della vostra auto, nel bel mezzo di un ingorgo di traffico, percependo un gran rumore, oppure mentre state passeggiando, pensate di percorrere un tratto di una strada sporca, circondati da palazzi desueti e malcurati.
Al contrario, immaginate di essere in un parco, durante la fioritura primaverile, oppure di attraversare una strada circondata da palazzi in armonia con il contesto storico-culturale. E’ stato da molti dimostrato che il primo scenario risulta essere molto più stressante del secondo, il quale, a sua volta, ha il potere di annullare gli effetti negativi del primo.
Molti ricercatori si occupano proprio di Psicologia Ambientale: studiano cioè la capacità rigenerante degli ambienti, dei luoghi in cui viviamo. Sono ormai note le evidenze empiriche a favore dell’impatto, a livello psico-fisico, che la bellezza ha sull’essere umano: quando presente, anche in costanza di eventi patologici, vengono assunti meno antidolorifici e si recupera meglio e prima dallo stress. Vivere un ambiente che stimola le nostre più profonde corde del piacere, crea meraviglia, stupore e genera significato, da senso all’esistenza. Come suggeriva Goethe: “l’uomo è un essere volto alla costruzione di senso”. Sia gli ambienti naturali che quelli costruiti (bene) dall’uomo favorirebbero una serie di risposte fisiologiche ed esperienze emozionali correttive utili a fronteggiare più efficacemente le situazioni di stress.
Il bello fa dunque bene e proprio per questo la bellezza dovrebbe essere utilizzata anche per fronteggiare quella che Papa Francesco ha definito la ”catastrofe educativa” dei nostri tempi. Educhiamo i più giovani al bello! Genitori, educatori, amministratori e istituzioni, dovrebbero assumersi la responsabilità di salvare i così detti “nativi digitali” dalla solitudine, dal rallentamento cognitivo e dall’appiattimento emotivo che la società ipertecnologica e iperconnessa sta generando. In che modo? Creando, valorizzando la bellezza e educando al bello. Ciò potrebbe permettere, anche ai molti giovani tristi, senza sogni e rassegnati, come tanti ce ne sono oggi, di riscoprire la meraviglia, il senso dell’esistenza, e darsi obiettivi per sconfiggere il nichilistico vuoto dilagante. Un messaggio ai più giovani: credete nei vostri sogni.
Meraviglia, emozioni e sogni: questi i principali ingredienti per comprendere il presente e costruire il futuro in direzione di un rinascimento etico. Fëdor Dostoevskij, forse l’unico cristiano stimato da Friedrich Nietzsche, già nel 1869, lo sapeva: “la bellezza salverà il mondo!”.
Jacopo Grisolaghi – Psicologo e Psicoterapeuta – www.jacopogrisolaghi.com
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