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Entriamo nei giorni della Merla, considerati i più freddi dell’anno ma il quadro attuale vede ben altro, ci sono temporali di stampo estivo, raffiche di vento e temperature minime ben al di sopra dei 10/12 gradi e massime che si avvicinano a 16/17 gradi.
Domenica mattina in provincia di Siena abbiamo avuto una striscia temporalesca tipica dei periodi che vanno da maggio ad agosto, anche ieri nel nord della Toscana è capitata una cosa simile.
La poca neve caduta è ormai scomparsa da gran parte dei rilievi e questo è il segnale inequivocabile di un cambio climatico che da qualche anno ci offre una stagione invernale deludente, segnata da qualche brinata con temperature sotto lo zero nelle zone pianeggianti ma per il resto priva di veri e propri episodi significativi.
Siamo in pieno inverno ma le piante iniziano già a germogliare già, anticipando significativamente le fioriture, di conseguenza, anche le api accelerano la loro uscita dai nidi.
Poi come spesso accade, potrebbe esserci un ritorno del freddo e delle gelate tardive che potrebbero danneggiare le piante, le api e molte altri animali.
Pensare che ci troviamo nei cosiddetti giorni della Merla , ovvero gli ultimi tre giorni di gennaio (29, 30 e 31) che secondo le vecchie tradizioni popolari dovrebbero essere i tre giorni più freddi di tutti l’anno ma i detti dei nostri nonni e bis nonni, non trovano più nessun riscontro con il “nuovo” clima dei nostri giorni e raramente si trovano riscontri veritieri su queste cose. La Merla infatti annuncerebbe l’arrivo della primavera in anticipo o in ritardo: se le temperature sono miti, allora significa che l’inverno durerà ancora a lungo, se invece saranno giornate molto fredde, l’inverno finirà presto.
La leggenda racconta di due merli, una femmina e un maschio, di colore originariamente bianco, che, durante un periodo molto freddo di fine gennaio, trovarono rifugio dentro il comignolo di una casa e vi rimasero per tre giorni, finché non finì di cadere la neve e tornò il sole. Uscendo sul tetto, i due uccelli si accorsero che le loro penne erano diventate tutte nere per la fuliggine, in modo indelebile. Così, da quel giorno, i merli nascono con le piume nere.
Gabriele Ruffoli