Migranti: il Viminale studia un Cpr per la Toscana, l’idea piace al sindaco

“La realizzazione di centri per il rimpatrio dedicati a chi commette reati gravi, come spaccio e violenza sessuale, è una misura che ci auguriamo venga attuata al più presto”.

Lo afferma il sindaco di Siena Nicoletta Fabio in una nota congiunta con i primi cittadini di Arezzo, Alessandro Ghinelli, e Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna.

I tre commentano l’ipotesi, rilanciata dall’AdnKronos, secondo cui il ministero dell’Interno vorrebbe aprire un Cpr in Toscana. “Il governo ha ascoltato e raccolto l’appello dei sindaci per la tutela della sicurezza dei cittadini – scrivono –. La decisione di realizzare un Cpr dedicato agli immigrati irregolari che non hanno diritto a rimanere in Italia e che hanno precedenti per stupri e spaccio ci soddisfa. È un modo semplice e immediato per affrontare parte dei problemi di criminalità che vivono le nostre città”.

Il tema dei centri di permanenza per il rimpatrio è da settimane al centro della campagna elettorale regionale. “Ho chiesto personalmente al ministro dell’Interno di proseguire come promesso: il Cpr in Toscana si farà anche senza l’ok della Regione”, aveva dichiarato Giovanni Donzelli, parlamentare e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia.

Di segno opposto la posizione del governatore uscente e candidato del centrosinistra Eugenio Giani: “I Cpr così come sono non li vogliamo, tanto meno senza una riforma. Oggi sono luoghi di detenzione gestiti in modo approssimativo, che costringono persone in attesa di rimpatrio a mesi di sofferenza in strutture precarie”.

Gli ha replicato il deputato di FdI Francesco Michelotti, riferimento del territorio senese: “Il presidente Giani si preoccupa del benessere degli spacciatori clandestini nei Cpr. Noi invece ci preoccupiamo della sicurezza dei cittadini, che non vogliono più centrali di spaccio sotto casa”.