“Il Prefetto dice che bisogna ricercare soluzioni condivise, e chi non sarebbe d’accordo? Però per me l’accento cade sul sostantivo “soluzioni”, più che sull’aggettivo “condivise”. Perché è ormai indifferibile affrontare e andare a risolvere un problema che è reale e che sta assumendo proporzioni preoccupanti”.
Il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, interviene sul fenomeno dell’arrivo nel territorio di migranti, in grandissima parte pakistani. Un fenomeno che appare in forte aumento nelle ultime settimane.
“I numeri che i servizi sociali e la Polizia Municipale ci danno sono preoccupanti – prosegue il sindaco – E appaiono più grandi di quelli evidenziati dal Prefetto nella sua intervista, come abbiamo visto in occasione del recente sgombero di un parcheggio cittadino che era stato trasformato in un accampamento, con concreti rischi quantomeno di igiene e salute, sia per i migranti che per il resto dei cittadini. D’altra parte accenti di preoccupazione per la crescita del numero di richiedenti asilo giunti nelle ultime settimane nel territorio li ha espressi anche il Cardinale Lojudice: ed è proprio il mondo diocesano, con la Caritas e altri soggetti del sociale, ad essere in primo piano nella meritoria e fondamentale azione di aiuto a questi gruppi”.
“Anche solo per questo ritengo ottima l’idea del Prefetto di voler convocare quanto prima un Comitato Provinciale di Ordine e Sicurezza Pubblica – aggiunge il sindaco – è bene che i diversi soggetti confrontino le informazioni in loro possesso, così da arrivare a tracciare un quadro chiaro. Sia della genesi del problema che delle possibili soluzioni da perseguire, e degli strumenti da attivare”.
“E’ importante capire con esattezza perché così tanti pakistani stiano, di recente, giungendo a Siena, che non è un territorio di attraversamento – spiega il sindaco – Ci era stato detto che venivano per ottenere i documenti forniti dalla Questura, per poi ripartire. Ed è sulla base di questa linea che Diocesi e Comune, con la Società della Salute, hanno messo in piedi un meccanismo di accoglienza d’emergenza “breve”, pensato per ospitare i profughi appunto per pochi giorni, il tempo di espletare le pratiche in Questura. È chiaro che se la Prefettura pensa che siano qui per cercare lavoro, e quindi per rimanere, quel modello va rivisto perché insufficiente”.
“Allo stesso modo – conclude il sindaco De Mossi – è opportuno che altri aspetti vengano chiariti. Sento parlare di una “delibera” comunale che vieterebbe l’apertura di un Cas. Non esiste una delibera simile, non in Comune di Siena. Se la Prefettura pensa che nuovi Cas siano la soluzione ha tutti i poteri di legge per bandire nuove gare rivolte ai soggetti privati. E questo è il punto: solo la Prefettura ha i poteri, le informazioni e le relazioni sovra-territoriali per affrontare un fenomeno di questa portata. Il Comune, di suo, avrebbe solo la facoltà di istituire nuove ordinanze contingibili e urgenti per tutelare alcuni luoghi pubblici essenziali per il lavoro, l’economia e la vita senesi. Come i parcheggi, che non possono essere trasformati in accampamenti improvvisati, privi di servizi, di igiene, di sicurezza”.
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