Uno studio qualitativo premia il territorio di Siena per l’accoglienza dei migranti
C’è anche Siena fra i tre territori più virtuosi nell’accoglienza dei migranti. Lo dice il rapporto “Straordinaria accoglienza”, realizzato da In Migrazione, che per la prima volta ha passato al setaccio tutti i bandi che le Prefetture hanno pubblicato per l’apertura e la gestione Cas (Centri di accoglienza straordinaria) su tutto il territorio nazionale. Insieme a Siena ci sono Rieti e Ravenna. Proprio dallo studio qualitativo dei bandi In Migrazione ha evidenziato le differenze tra Centri di Accoglienza Straordinaria immaginati con una logica assistenzialista e con un forte impatto sulla comunità ospitante, e Cas dove invece vengono avviati processi d’integrazione in armonia con il territorio, spiega il dossier. In particolare i migliori bandi pubblicati in Italia per i Centri di Accoglienza Straordinaria sono quelli delle Prefetture di Rieti, che ottiene il punteggio più alto (88/110), Siena (85/110) e Ravenna (80/110).
La Prefettura di Rieti ha stimolato fortemente la modalità dell’accoglienza diffusa in appartamenti e ha imposto un limite massimo di 30 ospiti nelle strutture collettive; ha richiesto ai partecipanti alla gara una descrizione metodologica ed organizzativa di erogazione dei servizi alla persona e per l’integrazione, descrivendo nel dettaglio i servizi minimi da garantire (sia quantitativi che qualitativi) assegnando specifici punteggi a questi elementi nella stesura della graduatoria finale per l’assegnazione. Ha infine esplicitamente valorizzato la necessita’ da parte dei concorrenti di mettere in campo personale specializzato nella relazione d’aiuto a richiedenti asilo. “Ingredienti” fondamentali per un’accoglienza di qualita’ che non impatti negativamente con i territori e con la comunita’ ospitante. Situazione simile a Siena, dove la Prefettura ha pubblicato un bando seguendo il medesimo approccio, con una particolare attenzione nel richiedere ai gestori puntuali ed efficaci servizi per la positiva gestione del tempo degli ospiti e per sostenerli nell’inclusione abitativa e lavorativa. Anche Siena ha scelto di porre un limite massimo di 40 ospiti per ogni Cas.
In totale, in tutta Italia sono stati complessivamente messi a bando dalle Prefetture quasi 180 mila posti nei Centri di Accoglienza Straordinaria. Se in termini assoluti a ospitare più richiedenti asilo nei Cas sono la Lombardia (27.131 posti messi a bando), la Campania (17.500) e il Lazio (16.449), in rapporto ai residenti queste Regioni ospitano appena 3 richiedenti ogni 1.000 residenti. “Non assistiamo ad alcuna invasione – spiega Simone Andreotti, presidente di In Migrazione – il problema non e’ il numero di persone che sbarcano scappando da guerre e violenze, ma l’incapacità del nostro Paese di rispondere a questo fenomeno mettendo in campo un sistema di accoglienza efficace e di qualità”. La “pressione” dell’accoglienza sui cittadini che risiedono in un territorio non e’ infatti determinato dai numeri complessivi, quanto dalla loro concentrazione, ovvero dalla dimensione dei centri, che troppo spesso ospitano un numero eccessivo di persone, con conseguenze negative sulla qualità dell’accoglienza e sul rapporto con la comunità ospitante. Una delle principali criticità evidenziate nella ricerca sono proprio le dimensioni delle strutture. Soltanto in poco più di 1 gara di appalto su 4 viene stabilito un limite inferiore ai 60 ospiti per centro di accoglienza. Nel 68% dei casi, invece viene data la possibilità di aprire Centri con una capacita’ ricettiva tra gli 80 e i 300 utenti (in alcuni casi anche superiore).
Anche sulla quantità e la qualità dei servizi alla persona e per l’integrazione nei bandi di gara pubblicati dalle Prefetture si evidenzia un’altra forte carenza: oltre il 60% non raggiunge la sufficienza su questo aspetto. Sono in particolare l’orientamento e il supporto legale per la domanda di protezione internazionale (negativa valutazione in 89 bandi su 101), l’insegnamento dell’italiano L2 (83/101) e la mediazione linguistica e culturale (76/101), i servizi su cui e’ stata rilevata una maggiore e preoccupante carenza. Carente, anche se sensibilmente migliore, la situazione per i servizi connessi al lavoro, al volontariato e alla positiva gestione del tempo (solo il 49% positivo) e i servizi di assistenza psicologica e sociale (57% negativo). Nettamente migliore e’ la situazione per quanto concerne l’assistenza sanitaria, considerata positivamente in 85 bandi sui 101 analizzati. “La qualità e la quantità dei servizi alla persona e per l’integrazione garantiti ai richiedenti asilo nei Cas – aggiunge Andreotti – sono lo spartiacque tra strutture gestite con una logica assistenzialista, dove le persone accolte restano in uno stato di inattività e passività, e strutture dove la proposta di gestione positiva progettuale del tempo sostiene gli ospiti nel percorso per la riconquista di un’autonomia nel nostro Paese all’insegna della legalità”. Soltanto nel 36% dei bandi la professionalità delle equipe chiamate a gestire i Cas porta alla maturazione di specifici punteggi incidendo sulla graduatoria finale e, quindi, sull’assegnazione del servizio di accoglienza. Tra i servizi minimi richiesti solo 20 Prefetture su 101 hanno definito nei rispettivi bandi la formazione specialistica e l’aggiornamento e la supervisione per gli operatori dell’accoglienza. La ricerca rileva un quadro complessivamente critico, caratterizzato da realtà estremamente diverse tra una Prefettura e l’altra, che evidenzia una carenza di indirizzo nella governance dell’accoglienza straordinaria da parte del Ministero dell’Interno. Non mancano però realtà innovative, di qualità ed efficaci.