Un fiume rosa ha invaso Siena. Oggi, sabato 9 luglio, oltre 2mila le presenze sul Prato di Sant’Agostino e una macchina organizzativa formata da 70 volontarie hanno dato vita alla prima della due giorni di “Se non ora quando?”(Snoq) a Siena. L’evento ha riunito oltre 70 comitati nazionali e 40 associazioni che sostengono il movimento nato durante la manifestazione del 13 febbraio scorso a Roma. I lavori, coordinati da Albalisa Sampieri del comitato Snoq Siena, si sono aperti con la proiezione di un video sulle manifestazioni di febbraio, a seguire i saluti di Tatiana Campioni, una delle promotrici dell’iniziativa e del sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi.
“E’ con grande piacere – ha detto Franco Ceccuzzi, sindaco di Siena – che oggi do il benvenuto a tutte le partecipanti. La nostra è da sempre una città dell’accoglienza, del confronto, dell’apertura alle idee. Una ricchezza, soprattutto quella del confronto, che vogliamo continuare a perpetrare nel presente, proiettando sempre di più Siena nel futuro come città del dialogo. I temi che verranno sollevati in questa due giorni sono una grande opportunità di crescita che riguarda la gente normale. Quella che ogni mattina si sveglia in un Paese e in una città che ama, ma che vorrebbe migliorare. Lavoro, maternità, parità di genere, diritti, ma anche comunicazione, rapporto con i media e con le nuove tecnologie. Sono tutti argomenti che tratterete in questa due giorni e che, sono sicuro, daranno vita a proposte che andranno nella prospettiva di un rafforzamento del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento tra uomini e donne”.
La mattinata di confronto è proseguita con Francesca Izzo, docente dell’Università di Napoli L’Orientale e Cinzia Guido, consulente di comunicazione che hanno fatto un bilancio della manifestazione del 13 febbraio scorso in tutta Italia e raccontato sul palco le emozioni di tutte le donne che da febbraio, tramite i social network, le email e il blog si ritrovano per condividere idee e progetti futuri. A seguire gli appassionati interventi di Francesca Comencini, regista e scrittrice e Fabrizia Giuliani, docente dell’Università di Roma La Sapienza che hanno illustrato la relazione “Corpo, maternità, lavoro e rappresentazione”. “Il 13 febbraio – hanno detto dal palco le due – è stata un’esperienza fisica prima che verbale. Questa centralità del corpo, riecheggiava, amplificata, nelle decine di migliaia di mail che arrivavano al nostro blog. In ognuna di esse donne di ogni età e condizione raccontavano come la dignità offesa non fosse certo una questione di morale e decoro, ma piuttosto il sigillo che sanciva il loro non essere riconosciute pienamente cittadine di questo paese. Se dunque sono i nostri corpi, la nostra libertà, ad essere allontanati dalla sfera pubblica, occorre ripartire da qui per ribaltare il quadro: dalla consapevolezza che due temi spesso tenuti distinti nelle riflessioni politiche tradizionali, da una parte l’aspetto culturale, dall’altra quello economico sociale, siano in realtà due aspetti della stessa questione”.
Sul palco allestito sul Prato di Sant’Agostino è salita anche Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale Istat che ha rivelato gli ultimi dati sul lavoro delle donne in Italia. “La situazione delle donne nel nostro Paese – ha detto – è critica: meno di metà delle donne lavora, al Sud neanche un terzo. Siamo uno dei fanalini di coda dell’Europa per tasso di occupazione femminile. La disoccupazione femminile è più alta di quella maschile (9,7% contro 7,6%) e a parità di titolo di studio conseguito le donne guadagnano meno degli uomini e ben il 40% delle laureate svolge un lavoro non adeguato al titolo di studio conseguito”.
“La presenza delle donne – ha proseguito la direttrice dell’Istat – nei luoghi decisionali è bassa, soprattutto in quelli economici e politici e i mutamenti, quando ci sono, sono molto lenti e frutto di grandi fatiche delle donne. Uno dei problemi più critici è quello del rapporto tra maternità e lavoro: i tassi di occupazione continuano a risentire dei carichi familiari e si riducono all’aumentare del numero di figli. Il contributo degli uomini al lavoro familiare è molto contenuto; la rete dei servizi sociali, soprattutto quelli per la prima infanzia è carente e la rete informale, specie quella familiare, continua ad essere fondamentale per le donne che lavorano e sono un vero pilastro del sistema di welfare ma che non ce la fanno più a svolgere questo ruolo. Continuano – ha concluso Sabbadini – a verificarsi casi di interruzioni del lavoro o di licenziamenti/dimissioni di donne in gravidanza. Sono 800 mila (pari all’8,7% delle donne che lavorano o hanno lavorato in passato) le madri che hanno dichiarato di essere state licenziate o messe in condizione di doversi dimettere dal datore di lavoro, nel corso della loro vita lavorativa, a causa di una gravidanza. Solo quattro madri su dieci hanno ripreso l’attività lavorativa dopo la gravidanza e il fenomeno è in crescita. Ma i dati non dicono solo questo, perché le donne hanno una grande forza: hanno rivoluzionato il mondo della scuola e dell’università e dallo svantaggio in pochi decenni si è passati al sorpasso”.
A proseguire l’interessante intervento di Sabina Castelfranco, in rappresentanza della stampa estera. La prima parte della giornata si è chiusa con la proiezione del video a cura di Maddalena Fragnito, artista che ha realizzato anche il logo ufficiale di “Se non ora quando?” e Ilenia de Bernardinis, docente dell’Università di Bari. Prima del pranzo, preparato dalla cooperativa sociale senese Mondomangione, spazio all’analisi di Tindara Addabbo, economista dell’Università di Modena che ha presentato una relazione sul cambiamento possibile sul bilancio di genere.
I lavori sono proseguiti nel pomeriggio con uno spazio dedicato ai comitati locali e ai brevi interventi, fra gli altri, di Susanna Camusso, Segretario generale Cgil; Flavia Perina e Giulia Bongiorno, parlamentari Futuro e Libertà; Silvia Costa, parlamentare europea; Rosy Bindi e Livia Turco, presidente e parlamentare Partito Democratico; Marisa Nicchi, presidenza Sel; Rita Petti, consigliere comunale Siena e Giulia Rodano, consigliere regionale Lazio Italia dei Valori. Durante la discussione hanno reso la loro testimonianza, tra le altre Margherita Dogliani, imprenditrice; Sofia Sabatino, portavoce nazionale Rete degli studenti; Souheir Katkhouda, presidente Associazione donne musulmane d’Italia; Elena Monticelli, Link-rete della conoscenza e Agnese Fortuna, teologa.
Tutte le partecipanti, accompagnate da una banda musicale, hanno, poi, raggiunto Piazza del Campo per il Flash Mob. La prima giornata di lavori si è conclusa in festa con lo spettacolo di musica e parole organizzato e condotto da Lunetta Savino che ha letto alcuni brani di Eve Ensler, l’autrice americana de “I monologhi della vagina”. Durante la serata si sono alternate anche le ragazze del quartetto d’archi “Euphoria”, Angela Baraldi e Massimo Zamboni che, fra l’altro, hanno cantato il pezzo “Quando, se non ora”. In chiusura la performance della giovane attrice Emanuela Barilozzi che ha interpretato “Il Bambino sognato” scritto da Cristina Comencini e lo spettacolo musicale di Teresa De Sio.