Danzatori e mercanti, guide spirituali e mangiafuoco al Santa Maria della Scala. Installazioni monumentali nel centro storico e sculture allestite ai Magazzini del Sale.
Sono due le mostre che il Comune ospita nei suoi spazi museali e che si possono ammirare nel periodo pasquale: la prima è “Start. Un incessante inizio” che vede come grande protagonista l’artista Aldo Mondino le cui opere si trovano al complesso monumentale fino al 9 luglio. “Come Fondazione Santa Maria della Scala abbiamo iniziato un percorso di arte contemporanea su una persona che è stato uno dei più geniali artisti italiani del dopoguerra”, sono le parole del presidente della stessa Fondazione Lucia Cresti.
I capolavori raccontano la ricerca di Mondino con l’uso di tecniche e materiali diversi: dal ferro al bronzo fino ad approdare alla pittura ad olio su linoleum. Una varietà di stili e soggetti che spaziano e guardano all’Oriente, al Nord Africa, all’India, alla tradizione ebraica e fanno comparire sulla scena dervisci, sultani, rabbini fino a popolazioni di origine subsahariana.
Non manca poi Siena a cui lo stesso artista ha dedicato due opere che sono presenti nell’esposizione. “La prima, il cui titolo è Start, rappresenta le zampe dei cavalli su cui sono raffigurati i colori delle contrade. Poi è un altra opera che si chiama proprio Siena e che rappresenta l’amore di mio padre per il vostro territorio”, così il figlio Antonio Mondino.
In città inoltre è ospitata Visionari di Emanuele Giannelli che è composta da opere e installazioni monumentali che stanno popolando il centro. La rassegna artistica è divisa in due ambiti: il primo è con i gruppi scultorei che si possono trovare in diversi luoghi della città, come gli Stati d’Allerta che si trovano a Torre Malavolti; la seconda parte è invece ai Magazzini del Sale con un percorso con le sculture più significative di Giannelli.
Tra le mostre che sono in corso a Siena va poi citata “Dalla spada alla croce. Il reliquiario di San Galgano restaurato”, ospitata nella Cripta del Duomo. Il reliquiario, capolavoro della produzione orafa senese del quattordicesimo secolo, venne rubato dal Museo del Seminario arcivescovile di Siena. Ed tornato nella sua città dopo 34 anni, accolto con altre pregevoli opere nella Cripta della Cattedrale.