“Siamo nel mezzo della tempesta perfetta”. A parlare è Sandro Angiolini, membro del consiglio direttivo di Legambiente che ha denunciato la gestione dei tagli boschivi della Montagnola senese. Quello descritto dall’associazione senese è un problema molto complesso, dai molteplici fattori e, ovviamente, di non facile soluzione.
“Torniamo a esprimerci sul merito dopo che domenica 26 abbiamo partecipato, con altre associazioni locali a “Puliamo la Montagnola”, evento dedicato a pulire le sponde del torrente Rigo, trovando ancora una volta una quantità impressionante di rifiuti nei boschi e vicino alle strade – si legge nella nota diffusa da Legambiente -. Dopo le dovute denunce di irregolarità, gli ultimi dati relativi al rapporto tra sanzioni e accertamenti ci dicono che la provincia di Siena è quella dove tale rapporto è più alto rispetto al resto della Toscana. Inoltre, sembra essersi creato un conflitto apparentemente insanabile tra alcuni gruppi di ambientalisti e alcuni gruppi di proprietari. Ciò evidentemente allontana l’individuazione e la messa in pratica di soluzioni reali al problema della gestione sostenibile dei boschi”.
“Legambiente Siena invita tutti i vari gruppi di interesse a rendersi conto che, senza questo presupposto, il futuro della Montagnola sarà molto più triste per tutti, e soprattutto per il patrimonio forestale, sempre più colpito dai cambiamenti climatici in atto. Nel breve periodo (3-6 mesi) proponiamo intanto una serie di misure che potrebbero facilitare l’avvio di una soluzione complessiva della gestione dei boschi nell’area: i singoli proprietari potrebbero intanto installare dei cartelli informativi, prima dell’avvio dei lavori, che oltre ai dati obbligatori di legge, informino meglio sulle caratteristiche e le finalità dell’intervento previsto. L’Unione dei Comuni potrebbe organizzare, in ogni stagione di taglio del ceduo, alcuni sopralluoghi “partecipati”, tra tecnici, proprietari, capisquadra delle ditte, e rappresentanti di associazioni ambientaliste, per confrontarsi sulla corretta applicazione delle norme vigenti e condividere possibili miglioramenti operativi. La Regione Toscana (che finora ha sostanzialmente ignorato il problema), potrebbe avviare, in alternativa: 1. un sistema di patente a punti per le ditte che operano i tagli; 2. istituire un albo per le ditte più qualificate e con un passato di operazioni ben eseguite; questo al fine di non far più operare, nelle aree sottoposte a vincolo, soggetti poco affidabili o di dubbia legalità. Le associazioni di categoria agricole e forestali, d’intesa coi Comuni, potrebbero concentrarsi sulle possibilità offerte a partire dai prossimi mesi da due strumenti di finanziamento come alcune misure del Psn e del Pnrr (Accordi di foresta), per avviare processi di certificazione ambientale sostenibile nell’area, anche al fine d’inserire nuove ditte composte da giovani in un settore cui gioverebbe una riqualificazione complessiva e una diversificazione degli approcci”.
E.G.
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