L’annus horribilis del miele. Si potrebbe definire così perché uno dei prodotti simbolo di Montalcino sta vivendo una situazione di grande difficoltà. Così è a Montalcino, ma lo scenario è critico un po’ in tutta Italia perché è il cambiamento climatico a fare la differenza in negativo. Gelate, freddo, caldo improvviso. Il clima “impazzito” ha ostacolato la fioritura, le api, le “sentinelle dell’ambiente”, sono in crisi. E in molti rischiano di non farcela più anche perché viene da chiedersi se ne vale la pena. Annate sfortunate, produzione quantitativamente limitate, segnali di normalità che non arrivano. Lo sfasamento delle stagioni non si arresta, la preoccupazione è altissima. Federico Ciacci che, insieme alla sua famiglia, è uno storico produttore di miele a Montalcino, spiega: “Quest’anno sarebbe poco dire che sia andata male. Io ho tanta passione, il miele fa parte della nostra famiglia ma così è veramente difficile. Al momento ad esclusione di un po’ di erica nel mese di aprile, un quintale, non abbiamo fatto nulla. La colpa? Del clima. La primavera ormai non esiste più, queste anomalie climatiche rovinano tutto. Le gelate hanno fatto fuori l’acacia, per adesso non possiamo fare neanche il millefiori. Non ci sono i fiori a questo punto vediamo a giugno se sarà possibile fare qualcosa. Ma negli ultimi anni la situazione è sempre stata complicata, solo nel 2018 fu soddisfacente. A Montalcino lo scenario è questo”.
Situazione simile anche in Toscana, come conferma da Duccio Pradella, presidente di Arpat, (Associazione Regionale Produttori Apistici Italiani). “Una situazione -spiega Pradella- che definirei drammatica. Il trend non è positivo, tra problemi ambientali, concorrenza estera, patologie nell’alveare. Il cambiamento climatico ci ha tradito. All’inizio le api erano belle ma dalle gelate avvenute intorno al 7/8 aprile abbiamo avuto due mesi con condizioni avverse. Le gelate hanno di fatto cancellato l’acacia in Toscana. Non era mai successo che gli apicoltori nutrissero gli alveari come sta succedendo adesso, manca un mese e mezzo alla fine del raccolto, magari con il girasole, il tiglio e il castagno un po’ di produzione arriverà ma non c’è da essere molto ottimisti. Basti pensare che per le aziende l’acacia è il miele più importante ma siamo a zero. Nella zona di Montalcino, sulla, trifoglio e millefiori sono produzioni storiche ma quest’anno non c’è niente. La situazione è drammatica per le api ma ancora di più per gli apicoltori: veniamo da una serie di annate negative, la 2021 batte addirittura la 2019 che era ai minimi. Lo scorso anno fu migliore ma bastò giusto a ripagare i costi. Per le aziende è dura andare avanti”.
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