Enter your email address below and subscribe to our newsletter

Monteroni d’Arbia ricorda Giuseppe Savastano ed Euro Tarsilli a 43 anni dalla morte

Condividi su

Dopo 43 anni Monteroni d’Arbia ricorda, con una cerimonia militare e religiosa, il sacrificio dei carabinieri Giuseppe Savastano e Euro Tarsilli.

All’evento hanno partecipato autorità civili e militari tra cui il prefetto Matilde Pirrera, il sindaco Gabriele Berni, i rappresentanti delle forze armate e delle forze dell’ordine e il comandante provinciale dell’Arma Angelo Pitocco. Presenti anche i familiari dei caduti e gli studenti della scuola media Fucini.

Il 21 gennaio 1982 i militari furono uccisi da un commando di terroristi di Prima Linea. “Era l’ultima coda di quel drammatico periodo passato alla storia come “gli anni di piombo””, ricorda una nota,

Quella mattina una cellula di Prima Linea aveva compiuto una rapina in una filiale Mps alla periferia di Siena. Il comandante dei carabinieri di Murlo, il maresciallo Augusto Barna e i due giovanissimi carabinieri della stazione di Monteroni, informati via radio dell’evento dalla centrale operativa, sulla base dell’intuizione che i malfattori avessero potuto darsi alla fuga a bordo della corriera che effettuava servizio di linea nella tratta fra Siena e Montalcino, la andarono a fermare.

Il maresciallo Barna salì sul pullman a bordo del quale vi erano circa 30 viaggiatori, mentre Euro Tarsilli e Giuseppe Savastano, giovani carabinieri di leva, gli davano copertura posizionandosi ai lati del mezzo. Il sottufficiale individuò due persone sospette, quelle giuste, un uomo e una donna, e li invitò a scendere dalla corriera per il controllo dei documenti e la verifica di eventuali precedenti penali. Mentre i due scendevano dal mezzo, controllati dal maresciallo Barna, un terzo uomo si accodava al gruppo.

All’improvviso questo tirò fuori una pistola che occultava dietro la schiena ed esplose una serie di colpi all’indirizzo dei militari che, immediatamente caddero, colpiti a morte.  Il maresciallo Barna rispose al fuoco, uccidendo un terrorista e ferendone un altro ma, a sua volta colpito, riuscì a trovare riparo in un caseggiato vicino.

Il terrorista ucciso, trovato in possesso di 2 carte d’identità false, verrà successivamente identificato per Lucio Di Giacomo – nome di battaglia “Olmo” – appartenente all’organizzazione comunista combattente “Prima Linea”. La donna fatta scendere dal pullman, dopo la sparatoria alla quale presumibilmente anche lei aveva preso parte, risalì sull’autocorriera invitando alla calma i passeggeri, con le seguenti parole: “state fermi e non vi facciamo nulla. Siamo di Prima Linea”.

Successivamente, invitò un’altra giovane donna, rimasta sull’automezzo, a prendere la borsa con i soldi della rapina e a scendere. Il commando si ricompose all’esterno e si allontanò in direzione di Buonconvento, a bordo di un automezzo abbandonato sulla strada dal proprietario, terrorizzato per quanto accaduto.

I terroristi troveranno asilo dapprima in una casa disabitata di Civitella Paganico, località Monte Verdi, e da lì, accompagnati da un ostaggio, cercheranno di arrivare a Grosseto. Ad Arlena di Castro (Viterbo), due carabinieri della vicina stazione di Piansano, avendoli intercettati, intimarono loro l’alt e ingaggiarono un conflitto a fuoco. I sei scapparono per i campi, lasciando un po’ di armi, la refurtiva e l’ostaggio che confermava il ferimento della terrorista al fianco e a una spalla. Verranno in seguito catturati.

Ai due giovani militari caduti fu conferita la croce al valor militare alla memoria, mentre al maresciallo Barna fu conferita la medaglia d’argento al valor militare.

“Quei giovani carabinieri che svolgevano il servizio di leva nell’Arma non erano poi così diversi da tanti loro coetanei di ieri e di oggi. Ad animarli, le stesse emozioni, lo stesso entusiasmo e le stesse paure che, in quegli anni difficili, tormentavano l’intera Nazione – viene spiegato – . Nonostante ciò, consapevoli del difficile contesto sociale in cui avrebbero dovuto operare, avevano deciso di svolgere il proprio servizio militare nell’Arma dei Carabinieri dimostrando, più di altri, coraggio, senso del dovere e attaccamento alla Patria”.