Mps al fianco della Vernaccia di San Gimignano con lo strumento del pegno rotativo

Il valore del Vino Vernaccia in “pegno” per finanziamenti con una ricaduta sulle imprese del territorio senese. È questa la misura che Banca Monte dei Paschi di Siena e Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano hanno messo in atto per far fronte alle difficoltà dovute all’emergenza Covid-19. Il pegno rotativo sui prodotti agricoli e alimentari a Denominazione di origine protetta (Dop) o a Indicazione geografica protetta (Igp) è uno strumento finanziario innovativo nel settore vitivinicolo, previsto dal Decreto Cura Italia di marzo e predisposto successivamente con l’emanazione del Decreto attuativo del Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) per rispondere alla richiesta di liquidità delle imprese agricole singole o associate dovuta all’attuale emergenza sanitaria.

Banca Monte dei Paschi di Siena e Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano rinnovano così la storica collaborazione e proseguono nel percorso di sostegno alle aziende della denominazione in un momento in cui per il settore vitivinicolo è ancora più importante continuare a investire alla luce delle flessioni legate alla fase di lockdown e al protrarsi della pandemia. In sostanza, la Banca potrà concedere ai produttori della Vernaccia un prestito per un importo pari all’80% del valore medio delle mercuriali pubblicate dalle Camere di Commercio al momento della domanda di finanziamento. La convenzione ha una durata triennale e garantisce tassi d’interesse stabili per l’intero periodo al fine di favorire il processo di valorizzazione della produzione vitivinicola. Il Consorzio ha invece il compito di garantire la stabilità del valore del vino per sostenere la domanda del prodotto, mantenendone la notorietà e il valore associato a un marchio di qualità.

“Con questo accordo Banca Monte Paschi di Siena, da sempre attenta allo sviluppo del territorio e del settore agroalimentare, rafforza l’impegno a sostenere con aiuti concreti le aziende associate al Consorzio Vernaccia di San Gimignano – afferma Alessandro Faienza, General Manager Area Territoriale Toscana di Banca Mps -. Lo strumento del pegno rotativo si aggiunge così ad una serie di misure dedicate ai produttori della storica denominazione toscana per favorire l’accesso al credito. Il comparto vitivinicolo oggi è una delle principali voci della nostra economia, duramente colpito dall’emergenza sanitaria, e come banca del territorio sappiamo che è una nostra prerogativa assistere gli operatori del settore per aiutarli a superare le difficoltà del momento”.

“In un momento critico per il settore vitivinicolo come quello causato dall’epidemia da Coronavirus e dalle conseguenti misure di contenimento” – dichiara la Presidente del Consorzio Irina Strozzi – è fondamentale per il nostro territorio poter contare su supporti finanziari ad hoc. In questa ottica il pegno rotativo fornisce un aiuto concreto alle aziende che si ritrovano con giacenze di vino delle passate vendemmie in cantina. Ed è importante per il Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano che questo supporto possa essere trovato nell’ambito della tradizionale collaborazione con Banca Monte dei Paschi. Il momento è davvero difficile, per il nostro settore come per molti altri, ci auguriamo che questa misura, insieme alle altre già messe in atto a livello nazionale e locale, possano dare un aiuto concreto ai produttori di Vernaccia di San Gimignano docg e all’intero territorio, che possano rappresentare un trampolino di lancio per la ripresa, che ci auguriamo arrivi il più presto possibile”

Il pegno rotativo è una misura finanziaria già utilizzata nel settore lattiero-caseario e in quello dei prosciutti di qualità, ed è stato esteso anche ai prodotti vitivinicoli per gestire le emergenze del comparto derivate dalla crisi post Covid-19. Secondo la nuova normativa l’azienda produttrice può sostituire le merci sottoposte al pegno con altre senza la necessità di rinegoziare il prestito puntando sulla qualità del vino certificato. Un pegno “rotativo”, quindi, dove la proprietà del bene non viene ceduta, ma rimane in capo al viticoltore.