Monte dei Paschi chiude la terza trimestrale con una perdita di 360 milioni di euro, a fronte dell’utile da 388 milioni dello stesso periodo dello scorso anno.
Il risultato, spiega una nota, è dovuto anche ai 925 milioni di euro di costi di ristrutturazione legati all’uscita di più di 4 mila dipendenti. Se non ci fossero stati questi costi, continua il comunicato, l’utile sarebbe stato di 565 milioni di euro, grazie a un utile ante imposte di 150 milioni di euro e un positivo impatto delle tasse per 415 milioni.
In lieve calo i ricavi complessivi che toccano i 2.248 milioni di euro, in lieve calo (-0,5%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, principalmente a causa della diminuzione degli altri ricavi della gestione finanziaria. In calo del 5,2% anche le commissioni nette, pari a 1,055 miliardi, in ragione della elevata volatilità di mercato.
Lo stock dei crediti deteriorati proforma è pari a 3,2 miliardi, in calo del 24% su anno grazie alla cessione del portafoglio Npe, con un Npe ratio lordo pro forma al 4% (-100 punti base rispetto al 30 settembre 2021).
Il margine di interesse al 30 settembre 2022 è risultato pari a 1.040 milione di euro, in decisa crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+15,7%), guidata prevalentemente dal maggior contributo del comparto commerciale, grazie ai maggiori interessi attivi sugli impieghi generati dalla crescita dei tassi e al minor costo della raccolta legato sostanzialmente alla riduzione dei volumi e dal minor costo della raccolta di mercato che ha beneficiato anche della scadenza di alcuni titoli