“Monte dei Paschi di Siena oggi è una banca più forte di quanto sia stata in tutti gli ultimi anni. Merito di Lovaglio, certo. Ma anche dei territori, che hanno giocato un ruolo chiave”.
Il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, commenta così il ritorno di discussione pubblica sul futuro della banca senese. Come riportano diversi analisti, infatti, dopo la ricapitalizzazione conclusa con successo e anche grazie a una nuova stagione di interesse degli investitori verso il sistema bancario italiano, il dossier MPS è tornato al centro dell’attenzione.
“Non sta a noi amministratori locali, ovviamente – prosegue De Mossi – intervenire su temi economici che hanno risvolti internazionali. Ma credo che alcuni elementi li possiamo sottolineare. Da un lato c’è stato, è evidente, un grande lavoro da parte dell’ad Lovaglio. Non ha solo creduto nelle possibilità del Monte, ma lo ha anche condotto attraverso la difficile scelta della ristrutturazione interna. Un merito che condivide con i sindacati, che hanno mostrato maturità e saggezza nel condividere la scelta di esodi così importanti. Ma un altro merito credo sia giusto riconoscerlo ai territori. L’apporto delle fondazioni è stato decisivo, in un momento molto delicato per la ricapitalizzazione. Ed è stata proprio Siena, con la scelta della Fondazione Monte dei Paschi cui abbiamo offerto piena sponda politica e istituzionale, a dare il primo segnale”.
“Che oggi si discuta così tanto di Monte dei Paschi, e non in termini negativi ma di possibili scenari di aggregazioni e fusioni – conclude il sindaco De Mossi – dimostra la ritrovata credibilità della banca senese in questo nuovo capitolo della sua storia, la più antica del mondo”.