Adesso per il management Mps è “tempo di dare concretezza a tutti gli impegni assunti” e dare ” piena attuazione agli accordi sindacali, – a partire dal protocollo sulle relazioni industriali del 23 dicembre 2022, i cui contenuti vengono talvolta disconosciuti dalle estemporanee interpretazioni dell’Ad durante le call con i dipendenti – per ripristinare una realtà lavorativa che riconosca concretamente i sacrifici sostenuti fino ad oggi dai lavoratori e dalle lavoratrici” della Banca.
Lo chiedono le segreterie generali dei coordinamenti di Rocca Salimbeni di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin. Nonostante i dati positivi per l’Istituto i lavoratori ” riscontrano ancora staticità organizzativa e gestionale senza reali effetti benefici a fronte del mutato scenario”, aggiungono.
“Serve ricordare che l’attuale situazione post riorganizzazione comporta ancora significativi disagi a tutte le strutture aziendali in termini di sostenibilità dei carichi di lavoro, contenimento dei rischi operativi, accessibilità ai percorsi formativi, conciliazione vita-lavoro”, proseguono. “Contemporaneamente, il management aziendale, in primis l’amministratore delegato, ritiene che gli eccellenti risultati reddituali di Mps – al netto dei rialzi dei tassi e delle oltre 4mila uscite di personale dal dicembre 2022 – siano frutto di una raggiunta efficacia gestionale, in cui le difficoltà operative risultino quasi superate, le promozioni siano tornate a un’ordinaria cadenza, non sussistano difficoltà né arretrati per il perfezionamento di operazioni di credito e di complessa operatività gestionale; mancherebbe solo, a prescindere dalla complicata situazione dell’economia nazionale, darsi da fare per raggiungere gli obiettivi commissionali…”, dicono ancora dalle organizzazioni.