A seguito della sentenza emessa il 16 luglio scorso in cui veniva stabilita l’inesistenza della banda del 5% all’interno dell’area finanza del Monte dei Paschi di Siena e al suo desk di Londra, i giudici di Siena hanno presentato le motivazioni, martedì. Nella sentenza di luglio sono stati assolti Gian Luca Baldassari e Alessandro Toccafondi, rispettivamente ex capo area finanza Mps e suo responsabile trading oltre che di Maurizio Fabris, Fabrizio Cerasani e David Ionni, fondatori del broker italo inglese Enigma, tutti prosciolti in quanto il fatto non sussiste.
Il presidente del Collegio giudicante Luciano Costantini ha presentato le motivazioni in cui venivano ripercorse le fasi del dibattimento impostato dall’accusa sulla presunta associazione a delinquere alla quale, però, mancavano costantemente tracce documentali dell’esistenza del presunto accordo criminoso: nessuna documentazione di conversazione o comunicazione frutto di intercettazioni telefoniche o ambientali che possano costituire un decisivo mezzo di prova.
I giudici hanno affermato che “la ricostruzione operata dal pubblico ministero si è arrestata ad un suggestivo spunto investigativo che si è arrestato a tale stadio preliminare e non si è mai evoluto nella dimostrazione dell’esistenza di un’associazione a delinquere, perché dalle prove utilizzabili per la decisione non si rinviene alcuna traccia degli elementi costitutivi del delitto”.
Proseguono con “le modalità truffaldine con le quali i vantaggi di Enigma e il danno di Bmps sono stati ottenuti non sono però descritte dal pubblico ministero, il quale affida (ed esaurisce) all’uso di avverbi (“operazioni artatamente realizzate”, “realizzavano fraudolentemente plurime operazioni di trading”) il carattere fraudolento delle operazioni”.
Citata la deposizione di Gianluca Sanna riguardante Baldassarri: “escluso che Baldassarri, suo diretto superiore sia mai intervenuto direttamente e in prima persona nelle operazioni che hanno coinvolto Enigma”.
(fonte Il Sole 24 ore)