“Quella foto ha cambiato la nostra vita. Il mondo ha sentito la nostra voce e così Mustafà avrà la sua cura ed un futuro”. Munzir El-Nezzel, padre del piccolo e protagonista, insieme a lui, dello scatto “Hardship of life” non ha mai perso la speranza. E nemmeno sua moglie Zenyep. I due, dopo la quarantena passata nella struttura di Arbia, raccontano alla stampa l’esperienza vissuta in Siria e la storia che si cela dietro a quell’immagine che ha fatto il giro del mondo. “Ha fatto una foto totalmente spontanea – aggiunge Munzir -. Mi ha visto mentre stavo giocando con mio figlio e noi non sapevamo niente. Dopo che Aslan ha fatto la foto è sceso dalla macchina e ci ha chiesto di fare un’intervista”. “Non abbiamo mai smesso di cercare una soluzione per lui”, dice invece Zenyep.
Munzir e sua moglie si sono presentati di fronte ai giornalisti accompagnati dalla referente della Caritas di Siena, Anna Ferretti, dall’Arcivescovo di Siena, il Cardinale Augusto Paolo Lojudice, e da don Vittorio Giglio.
La stampa ha dovuto aspettare qualche minuto per vedere Mustafà e le due sue sorelline, mentre il piccolo siriano arriva con la sua felicità e la sua spensieratezza. Sorride davanti ai fotografi ed abbraccia di nuovo suo padre in una posa simile alla storica foto, per poi esordire ai presenti: “Ciao a tutti, il cibo italiano è buono”.
Il Cardinale Lojudice, intervistato, ha parlato di Mustafà e della sua storia, dicendo che “può essere l’emblema di una battaglia contro la guerra e di una maggiore attenzione verso i minori. A lui chiedo di essere il simbolo di questo cammino di tutela verso i più piccoli per cui la Chiesa di Siena e questa città toscana si impegnano continuamente”. “Sarà un cammino lungo – prosegue – quello per donare una vita normale a Mustafà. Tra qualche settimana la famiglia siriana andrà al centro protesi di Budrio. Ancora non possiamo dare risposte rispetto a loro futuro, procederemo passo passo”
Infine, alla struttura della Caritas dove la famiglia è ospitata è arrivato anche il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, che ha regalato un pelouche a Mustafà e ha portato dei dolci senesi alla famiglia, prima di fare una promessa: “Porteremo la foto Hardship of Life all’interno del nostro palazzo comunale”.
Katiuscia Vaselli
Marco Crimi