Musei, la lezione di Christian Greco: “In Italia poca partecipazione dei cittadini, ecco perché bisogna fare ricerca”

La partecipazione dei cittadini che è solo al 26%, il campo dei visitatori italiani si limita ai laureati, le periferie che non accedono nei musei cittadini.

Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino e icona dell’archeologia mondiale, evidenzia le criticità vissute dal sistema all’inizio della sua prolusione al Santa Chiara Lab dell’Università di Siena.

Di fronte al lui – oltre ai docenti e al rettore Di Pietra –  si trova il gotha della cultura locale: ci sono il direttore della Pinacoteca Hèmery, il direttore del Santa Maria della Scala Chiara Valdambrini, il direttore di Fondazione Musei Senesi Elisa Bruttini e il rettore dell’Opera della Metropolitana Giovanni Minnucci.

Ed è anche a loro che Greco, prima di passare alla lectio magistralis dove protagoniste sono state le profonde trasformazioni che il Museo Egizio si appresta ad affrontare in vista della celebrazione del bicentenario, chiede di fare “una profonda riflessione”: “Negli ultimi anni il dibattito si è polarizzato tra valorizzazione e tutela di queste strutture ma è mancata la parola ricerca”.

Senza la ricerca, evidenzia Greco, non si può fare cultura: “E se non faremo percepire la cultura come elemento delle nostre radici per i cittadini avremo perso la nostra scommessa –  le sue parole -. La nostra non è una società sospesa, ma viviamo invece nella collettività a cui vanno date delle risposte”.

Poi c’è il passaggio sullo stato dell’arte dei musei a livello mondiale: “Queste istituzioni sono più vive che mai. Nel 2023 a livello internazionale si è raggiunto il record di visitatori. Nonostante numerose Cassandre posso dire che i musei sono ancora centrali”.

Greco cita poi la dichiarazione Icom del 2019 (sulla definizione di musei, ndr.) e  invita la platea a guardare cosa accade in tutti i continenti: “Il mio Egitto ha inaugurato cinquantacinque strutture. Ad Abu Dhabi c’è un Louvre ed aprirà il Guggenheim. Questo significa che l’asse del sistema si sta spostando: nell’Ottocento c’era l’Europa con il suo Positivismo; poi è venuta l’imprenditoria statunitense; ora bisogna guardare altrove”.

“Il Museo e le sfide del futuro: ricerca, inclusione e transizione digitale” è il titolo dell’iniziativa organizzata dal Dipartimento di scienze storiche e dei beni culturali dell’ateneo .

“Il nostro dipartimento è lieto di accogliere uno straordinario professionista e uno stimato collega – commenta Enrico Zanini, direttore del Dssbc. – Questa lectio magistralis, che apre simbolicamente un 2024 denso di impegni, si focalizza proprio su una delle tematiche forti del nostro progetto di Eccellenza: i musei come laboratori del futuro, come recita il titolo di un recente workshop organizzato recentemente da FMS. Quindi luoghi in cui la ricerca, sostenuta e accompagnata dalle nuove tecnologie, diviene la base per una maggiore partecipazione delle comunità e una nuova accessibilità di tutti al patrimonio culturale”.

MC