Approvato nella notte dal Consiglio comunale il nuovo regolamento per l’effettuazione dei pubblici spettacoli: più musica, nel rispetto delle norme sull’inquinamento acustico
Musica, maestro! Ieri, dopo un travagliato iter normativo protrattosi per oltre un anno, ha finalmente visto la luce il nuovo regolamento per l’effettuazione dei pubblici spettacoli e i “trattenimenti musicali”. Il testo – che sostituisce il vecchio regolamento risalente al 1996, poi aggiornato nel 2005 – dice addio alla burocrazia e viene incontro a musicisti, gestori e appassionati di musica (senza trascurare il diritto al riposo degli abitanti del centro). La nuova disciplina sembra arrivata proprio al momento giusto, in risposta alle polemiche seguite alla chiusura del locale jazz UnTubo (ne avevamo parlato in un precedente articolo con il proprietario Mirco Vigni, ndr) e il lancio di una petizione online firmata da poco meno di 2 mila cittadini che chiedevano un ammodernamento della normativa.
Cosa cambia adesso? Se prima il problema principale era rappresentato dal mancato rilascio da parte del Comune delle licenze – imponendo ai gestori dei locali il rispetto di un limite di quattro serate al mese e addossando loro l’onere di chiedere di volta in volta l’autorizzazione – adesso è tutto diverso. Infatti, d’ora in poi, le attività musicali dal vivo non saranno più soggette ad alcun adempimento burocratico – escluso naturalmente il rispetto delle norme sulle emissioni sonore – a condizione che l’attività musicale che si svolge all’interno del locale rivesta carattere complementare rispetto a quella di vendita e somministrazione di cibi e bevande (che deve restare la principale), che l’ingresso sia libero e gratuito (niente tessere, biglietti o consumazioni obbligatorie), e che non siano effettuate modifiche alla struttura tali da trasformare il locale in luogo di pubblico spettacolo. Lo stesso vale per l’utilizzo di impianti stereofonici e radiofonici, jukebox, etc. e per le attività di spettacolo e intrattenimento che si svolgono all’interno dei circoli privati esclusivamente nei confronti degli associati.
Tutte le attività descritte fino ad ora, come anticipato, non sono soggette ad obblighi di comunicazioni, a richiesta di licenza e a verifiche di agibilità . Potranno così essere organizzati liberamente eventi musicali in qualsivoglia giorno della settimana. Ad ogni modo, dal lunedì al giovedì la musica dovrà cessare entro la mezzanotte, mentre nel fine settimana gli spettacoli potranno proseguire fino alle una del mattino.
I locali di capienza inferiore ai 200 posti che, invece, richiedono il pagamento di un biglietto di ingresso e simili o che apportano modifiche da renderlo un luogo di pubblico spettacolo sono soggetti a Scia (segnalazione certificata di inizio attività , un atto col quale si informa l’amministrazione competente di avere intrapreso una attività economica per cui sono richiesti specifiche caratteristiche. L’amministrazione provvederà  poi entro i 60 giorni successivi alla verifica dei requisiti ed eventualmente chiederà  all’impresa, in mancanza degli stessi, di regolarizzare la propria posizione, ndr). Essi potranno svolgere un massimo di 12 eventi nel corso dell’anno (in quanto deve trattarsi di attività saltuaria e occasionale), di cui 5, previa autorizzazione, potranno derogare al limite di emissioni sonore stabilito. Lo stesso vale per i pubblici esercizi, sempre con capienza inferiore alle 200 persone, che dispongono di una sala dedicata esclusivamente ad apparecchi televisivi o karaoke e simili. Gli spettacoli dovranno cessare inderogabilmente allo scoccare della mezzanotte, indipendentemente dal giorno della settimana in cui si svolgono.
I gestori che organizzano una delle attività sottoposte a Scia devono invece richiedere la concessione di una licenza nel caso in cui esse si svolgano in locali con una capienza superiore alle 200 persone. Licenza e parere favorevole della Commissione comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo restano indispensabili per teatri, cinema, sale da ballo, eventi fieristici, etc.
Per quanto riguarda le sanzioni, si parte da un minimo di 25 euro per le violazioni meno gravi fino alla sospensione e alla revoca della licenza. Per quanto riguarda le immissioni sonore, si stabilisce che “durante l’esercizio di attività di trattenimento e/o spettacolo (…) l’impatto acustico dell’attività nei confronti dei ricettori deve essere mantenuto nei limiti fissati nel Decreto della presidenza del Consiglio 14/11/1997 per la classe acustica, individuata dal Piano comunale di classificazione acustica, assegnata al luogo in cui si svolge il trattenimento o lo spettacolo”. Per gli interni si fa riferimento, invece, ad analogo Decreto – il 215/1999 – , a tutela degli avventori del locale.
Indubbiamente l’approvazione del nuovo regolamento per i pubblici spettacoli rappresenta un significativo passo in avanti compiuto dall’amministrazione, nel tentativo di mediare fra due interessi contrapposti: quello dei cittadini tutti a vedere una città “viva” anche di sera, e quello degli abitanti del centro storico che hanno diritto ad essere tutelati dall’inquinamento acustico. Ma non si può pretendere che un regolamento, da solo, possa fare miracoli. Piuttosto, il senso civico dei cittadini tutti sarà fondamentale in questo senso: spesso, infatti, la causa dei molesti rumori notturni non è tanto la musica, quanto l’inciviltà  degli avventori dei locali che hanno bevuto qualche bicchiere di troppo.
Giulio Mecattini