“Nel giorno della memoria diventa più forte e sanguinante quello che la teologia cattolica chiama “unione dei morti e dei vivi”. Il dolore delle famiglie e il racconto pubblico si intrecciano”. Ha esordito così il rettore dell’Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari nel giorno in cui l’ateneo tiene l’evento “Unistrasi per il Giorno della Memoria”.
“Con la Memoria le generazioni si incontrano, si passano il testimone. In questa iniziativa parliamo di quelle parole che, nonostante tutto, permisero che pure nei campi di sterminio che il lato più umano dell’uomo non fosse sconfitto”, ha aggiunto Montanari nella sua riflessione.
Successivamente ha preso parola Nicoletta Fabio che nel suo intervento ha letto la poesia “La Farfalla” di Pavel Friedman. Dopo i saluti istituzionali, al quale ha partecipato anche un rappresentante della comunità ebraica Firenze-Siena, la prima sessione della giornata di studi è stata dedicata al tema “Il Fascismo e gli ebrei fuori d’Italia”, con i contributi di Michele Sarfatti, studioso della persecuzione antiebraica e della storia degli ebrei in Italia nel XX secolo e Christian Satto, ricercatore di Storia Contemporanea all’Università per Stranieri di Siena. A moderare è stato Luigi Spagnolo.
La seconda sessione si è invece focalizzata sulle “Pratiche di memoria oggi: letteratura, arte, podcast”. Centrali sono state le tematiche legate alla memoria delle deportazioni nazifasciste attraverso discipline e strumenti diversi dalla storia e dai suoi metodi più tradizionali. Hanno partecipato Elisabetta Ruffini, direttrice dell’Istituto bergamasco per la Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea, Gianni Moretti, docente di Anatomia dell’immagine e metodologia della progettazione alla Libera Accademia di belle arti di Brescia e Andrea Giovarruscio, regista di un video-documentario sul viaggio della memoria che ogni anno l’associazione effettua nel lager di Mauthausen eco-autrice del podcast ANEDdoti.
Quindi c’è stato un momento di ricordo dedicato ad Alba Valech Capozzi, senese di origini ebraiche, superstite di Auschwitz e fra le prime testimoni italiane a raccontare la deportazione.
A conclusione dell’incontro la performance teatrale di Altero Borghi, con la musica e le canzoni del cantautore Leonardo Breschi, “Triangolo rosa. Un omosessuale che esce dal campo di concentramento”.
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