La strage di Mosca? “Non è una cosa nostra, non la commentiamo. Se ne deve occupare la Russia e noi non siamo collegati a questa tragedia”. Yaroslav Melynk non può che esordire parlando dell’ultimo grave fatto avvenuto sulla scena internazionale: oltre 140 morti causati da un attacco terroristico in una sala concerti moscovita. L’ambasciatore ucraino in Italia è ospite di “Siena e Kiev in un unico pentagramma”, evento che si svolge stasera in Duomo e che vede l’esibizione, tra l’altro, dei coristi dell’Opera nazionale dell’Ucraina. “Vorrei ringraziare gli organizzatori che ci danno la possibilità di presentare il nostro Paese – dice ai giornalisti-, sopratutto nel momento più tragico della nostra storia . Il nome del concerto sta a significare che l’evento è dedicato a unire i nostri sforzi e portare la pace in Ucraina, un Paese che sta soffrendo molto dall’invasione russa. E quindi dobbiamo cercare ogni modo per fare finire la tragedia. Sulla guerra che va avanti da due anni, aggiunge, “la situazione rimane difficile ma siamo ottimisti per il nostro futuro. Facciamo il possibile per proteggere la pace e difendere i nostri cittadini, il Paese, il mondo e i valori della democrazia . Nonostante la stanchezza di tutti dobbiamo restare uniti per continuare a difendere questi valori”. Quindi c’è un ringraziamento all’Italia per il “sostegno a 360 gradi” che a Kiev è “sentito ogni giorno”. Melynk ‘glissa’ però la domanda sulle parole del Papa, che, in un’intervista ad una tv svizzera, evidenziava come si dovesse avere coraggio della bandiera bianca in un conflitto.
Katiuscia Vaselli
Marco Crimi